ANCONA – «Sottratti 71 milioni di euro in nove anni dalle retribuzioni della dirigenza medica e veterinaria delle Marche». La denuncia arriva dalla sigla sindacale Fvm, Federazione Veterinari e Medici della Regione Marche, che ha diffidato legalmente Asur Marche dopo aver commissionato una perizia di parte sui dati forniti dalla stessa Asur circa i fondi del salario accessorio relativi al periodo dal 2010 al 2019. Fondi che secondo il sindacato «non sono stati contabilizzati in modo non corretto dall’Asur Marche che non li ha erogati al personale della dirigenza medica e veterinaria della regione».
«La perizia – si legge nella nota del sindacato – ha riscontrato che le diverse Aree Vaste delle Marche hanno, nel corso di molti anni, contabilizzato in modo non corretto, le risorse non utilizzate del fondo del salario dei dirigenti medici e veterinari, ridistribuite solo in parte nell’anno di riferimento ed ha potuto accertare che tra i residui indicati da Asur, definiti “residui disponibili”, nei CCI 2018-2019 (contratti integrativi, ndr), pari a 27 milioni di euro, e quelli non erogati, stimati dal Sindacato in circa 98 milioni di euro, corre una differenza pari a 71 milioni di euro per gli anni che vanno dal 2010 e al 2019».
Insomma una differenza sostanziale che ha spinto il sindacato alla diffida in quanto «costituisce un’aperta violazione delle previsioni del Contratto Collettivo Nazionale nonché una scarsa attenzione nella gestione delle risorse destinate ai medici e veterinari nelle modalità di rendicontazione alle organizzazioni sindacali». La Federazione Veterinari e Medici della Regione Marche chiede «l’immediata reintegrazione dei fondi» affinché «siano restituiti agli aventi diritto».
Il sindacato ha chiesto entro 15 giorni la convocazione di un tavolo di confronto con le altre sigle della dirigenza medica per approfondire quanto riscontrato dal perito di parte e per concordare le strategie di azione: «Dirigenza medica e veterinaria non meritano questa indebita decurtazione e reclamano tutti i diritti previsti dalla contrattazione collettiva».