ANCONA – Anche nelle Marche sono diversi i comuni che hanno allungato le concessioni balneari per garantire certezze agli operatori: alcuni hanno prorogato al 31 dicembre 2024 approfittando del decreto Draghi (118 del 2022) altri avevano già allungato fino al 2033 (in base al decreto Centinaio) dando evidenza pubblica.
Con la direttiva Bolkestein che pende come una spada di Damocle sugli operatori, il governo aveva attivato un tavolo tecnico per stimare la sussistenza della carenza della risorsa naturale (in questo caso la spiaggia libera), requisito che farebbe scattare la direttiva Ue che manderebbe all’asta le concessioni in vigore sui litorali italiani, una possibilità fortemente avversata dagli operatori del settore, che hanno investito in attrezzature e lavori sugli arenili, dando vita ad attività turistiche spesso a carattere familiare di cui rivendicano il potenziale turistico e occupazionale. Dal lavoro di mappatura sarebbe emerso che il 33% delle spiagge italiane sarebbe in concessione.
Secondo l’ultimo report di Banca d’Italia, riferito al 2021, nelle Marche sarebbero presenti 868 concessionari balneari che mediamente pagherebbero un canone di 3.740 euro annui. Nell’ultimo Consiglio dei ministri tenutosi il 29 dicembre del 2023 «il governo ha dato indicazioni ai Comuni che ancora non lo avevano fatto, della possibilità di avvalersi del decreto Draghi (118 del 2022) che concede la possibilità ai balneari di allungare la validità delle concessioni in vigore fino al 31 dicembre 2024». A spiegarlo è Romano Montagnoli presidente del Sib, sindacato italiano balneari di Confcommercio che aggiunge anche che «il Governo sta lavorando per individuare con la Commissione europea una soluzione che, in coerenza con l’ordinamento europeo, assicuri le necessarie certezze agli operatori economici e agli enti concedenti sull’affidamento dei beni demaniali marittimi».
Tra i comuni marchigiani che più recentemente hanno prorogato le concessioni c’è San Benedetto del Tronto, mentre Pesaro e Numana furono apripista nel 2019, allungando la validità fino al 31 dicembre 2033, dando pubblica evidenza, la stessa cosa hanno fatto anche i comuni di Ancona, Sirolo, Porto San Giorgio, Fermo, Gabicce, Mondolfo. L’auspicio del sindaco di Numana Gianluigi Tombolini, è che «si arrivi ad una soluzione, visto che sulla base dello studio effettuato dal tavolo tecnico parlamentare risulterebbe il 33% di spiaggie in concessione a livello nazionale: l’incertezza legata alla possibilità che le concessioni vadano all’asta blocca lo sviluppo del lungo mare e gli investimenti delle imprese balneari».
«Con la proroga al 31 dicembre 2024 i balneari hanno la certezza per quanto riguarda la stagione estiva 2024 – spiega Montagnoli – . Dopo l’annullamento della Suprema Corte di Cassazione a seguito di un nostro ricorso contro l’esclusione dal giudizio, questa ha invitato il Consiglio di Stato a ripronunciarsi sulla questione, accogliendoci in giudizio e tenendo conto delle norme attuali e di quelle che potrebbero sopraggiungere, un pronunciamento che stiamo attendendo».
Intanto nelle Marche un paio di settimane fa è partita una proposta di legge alle Camere, a prima firma del presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche, Dino Latini, che chiede la proroga al 31 dicembre 2033 delle concessioni balneari e la messa all’asta delle sole spiagge non ancora assegnate in base alla direttiva Bolkestein.