Si ricomincia a lavorare nelle strutture balneari che hanno anche un ristorante sulla spiaggia. Manca ormai poco più di un mese alla Pasqua e molti dei ristoranti stagionali situati sulla costa riapriranno proprio per quella data, se non addirittura la settimana prima. Come ogni anno si ripropone il nodo sulla questione del personale, sempre più difficile da reperire. «È un problema che ci portiamo dietro ormai da una decina di anni e che è peggiorato dopo la pandemia» dice Romano Montagnoli, presidente regionale del Sib, Sindacato Italiano Balneari di Confcommercio.
Diverse le ragioni alla base di questo fenomeno, secondo Montagnoli. Da un lato ci sono «gli istituti alberghieri che non riescono a sfornare figure a sufficienza», forse anche perché rispetto al passato il settore turistico-ricettivo è decollato e «ci sono più strutture», dall’altro lato il Sib evidenzia anche un cambiamento nello stile di vita e nelle abitudini dei ragazzi. «Un tempo si faceva la stagione estiva per guadagnare qualcosa da mettere da parte o per comprarsi il motorino – dice – anche oggi ci sono tanti giovani che vengono a lavorare d’estate, ma sono cambiate le abitudini e il nostro comparto è sempre meno attrattivo».
«Nei ristoranti e nei bar si lavora quando gli altri si divertono – spiega -: basta pensare che una volta si andava in discoteca alle 23 e alle 2 si tornava a casa, oggi vanno in discoteca non prima di mezzanotte e come si può pensare che possano andare a lavorare alle 7 di mattina?». Secondo il Sib il disamoramento per il settore «non deriva dalle paghe da fame come ci accusa qualcuno: a parte qualche rara eccezione, qualche pecora nera, vengono applicati i contratti sindacali e guadagnano minimo 1.200 euro al mese. Se un lavoratore è pagato poco, è scontento e alla fine chi ci rimette è il titolare».
La minore attrattività dei balneari secondo Montagnoli dipende anche dalla stagionalità del lavoro, che rende il settore meno appetibile rispetto a quello della ristorazione e dei bar che sono aperti tutto l’anno. Tra le figure più carenti ci sono i bagnini di salvataggio, i baristi, i camerieri, i cuochi. Invece «i bagnini di terra è un po’ più facile trovarli- spiega – nonostante sia un lavoro duro, sotto il sole cocente, permette di conciliare meglio lavoro e vita sociale, terminato l’orario, la sera possono uscire e andare a divertirsi».