ANCONA – Sono anni di pandemia, di guerra, di caro-energia, e intanto, come peraltro concesso dalla legge, molti sindaci e dunque anche la giunta Mancinelli si aumentano lo stipendio. La questione e le cifre sono emerse ieri in consiglio comunale in seguito a un’interpellanza del consigliere di opposizione Daniele Berardinelli, ma il tema non è nuovo, perché deriva dall’entrata in vigore della legge di bilancio dello scorso anno e riguarda, dunque, tutto il Paese: «Le spese singole per le indennità della giunta e del sindaco non le ho – ha detto la sindaca Valeria Mancinelli – le ho complessive. Sindaco e assessori nel 2022 percepivano indennità per 469mila euro, nel 2023 sarebbero state 466mila, ma in previsione e per effetto dell’aumento deliberato dalla legge di bilancio saranno 723mila e nel 2024 878mila». In pratica stipendio quasi raddoppiato, per effetto della legge di bilancio 234 votata e approvata dal Parlamento lo scorso anno, legge che fa aumentare anche il compenso massimo mensile percepibile dai sindaco e giunta comunale, mentre non modifica i gettoni di presenza dei consiglieri.
Pronta la replica di Daniele Berardinelli che ha specificato: «Chiedevo le indennità mensili per ciascuno e non l’importo annuale, mi aspetto che la sindaca risponda alla prossima interrogazione. Perché è interessante sapere che la sindaca da meno di 5mila euro mensili è passata nel 2022 a 7mila, nel 2023 a 9mila e che nel 2024 il sindaco percepirà 11mila euro al mese, e che lo stesso vale per gli assessori. Lei ha fatto questo: ha deciso di aumentarsi lo stipendio in un momento di crisi in cui voi avete chiesto agli anconetani di risparmiare, e intanto voi vi siete aumentati lo stipendio. La legge ve lo consentiva, è vero, ma potevate anche non farlo. In altri Comuni hanno rifiutato un aumento, voi invece no».
C’è da dire, però, che tale aumento si completerà nel 2024 e che dunque ne beneficerà soprattutto la nuova giunta, mentre quella attuale percepirà gli aumenti entrati in vigore fino alla scadenza dell’attuale mandato. Circa un anno fa, all’entrata in vigore della legge, sulla questione la sindaca Mancinelli aveva chiarito: «Non rinunceremo all’aumento delle indennità. Anche perché se noi sindaci e giunte dovessimo decidere di non incassare gli aumenti, quelle somme non resterebbero a disposizione dei Comuni, in quanto sono fondi statali, e rinunciandovi tornerebbero allo Stato. Non un euro delle indennità, infatti, viene prelevato dal bilancio comunale».