Attualità

Stop alla caccia a Tortora selvatica e Pavoncella, Tar accoglie ricorso degli ambientalisti: «Fondamentale vittoria»

Il Tar delle Marche ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf. Stop dunque alla caccia alla Tortora selvatica e alla Pavoncella

ANCONA – Sospesa la caccia alla Tortora selvatica e alla Pavoncella. Lo ha deciso il Tar delle Marche, accogliendo il ricorso avanzato dalle associazioni ambientaliste ed animaliste delle Marche Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf. Vietata dunque d’ora in poi la caccia a queste specie di uccelli «in forte declino nel nostro Paese» fanno notare le associazioni in una nota stampa, nella quale danno comunicazione dell’esito del ricorso.

Un esito che definiscono «un’altra fondamentale vittoria contro la Regione Marche su molteplici aspetti del calendario venatorio regionale, riformato dai giudici in senso più restrittivo e più coerente con le indicazioni dell’Ispra (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) e del Ministero della Transizione Ecologica».

Inoltre è stato «dimezzato il carniere dell’Allodola, anch’essa specie in forte diminuzione in tutto l’areale di distribuzione a causa della caccia indiscriminata, portandolo a 5 capi al giorno per un massimo di 25 capi annuali. Ancora troppi, ma la metà di quelli inizialmente previsti dalla Regione» dichiarano Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf.

Vietato, poi, l’utilizzo «di qualsiasi tipo di richiamo per la caccia in deroga allo Storno, escludendo quindi anche i richiami in plastica, tassidermizzati, fissi o mobili comprese le “girelle”, che invece erano stati assurdamente consentiti dalla Regione Marche».

Una decisione, quella assunta dal Tar che le associazioni fanno notare presa in sintonia con il parere espresso dall’Ispra e con le finalità del prelievo in deroga: «Le decisioni della Regione avrebbero finito per attirare gli Storni verso le colture protette – prosegue la nota – , anziché allontanarli da esse, tradendo in questo modo lo scopo finale della Regione, che in realtà era quello di consentire ai cacciatori di sterminare sempre più esemplari della fauna selvatica e non di difendere gli uliveti ed i frutteti».

Secondo le associazioni il risultato dell’accoglimento del ricorso è che «migliaia e migliaia di esemplari di specie a rischio sono state salvate». Infine l’appello alla Regione a «prestare più attenzione alle richieste che vengono dalle associazioni ambientaliste, che rappresentano in questo momento le istanze della stragrande maggioranza dei cittadini, favorevoli alla tutela del nostro patrimonio faunistico e dell’ambiente».