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Studente precipitato dalla finestra della scuola, la Procura apre un fascicolo

Il giovane era precipitato dal terzo piano dell'Istituto d'Istruzione Savoia Benincasa

ANCONA – Sul caso dello studente precipitato da una finestra dell’Istituto d’Istruzione Savoia Benincasa di Ancona, la Procura averbbe aperto un fascicolo con l’ipotesi di istigazione al suicidio al momento contro ignoti. Un atto dovuto dopo quanto accaduto sabato scorso nella scuola anconetana.

Sulla vicenda interviene Laura Trucchia, presidente del Comitato Genitori Democratici. «Di fronte ad episodi drammatici di disagio come quello che ha scosso la comunità scolastica di Ancona in questi giorni, nel profondo rispetto delle situazioni personali dei singoli, crediamo sia infatti un dovere dell’intera società fermarsi a riflettere per tentare di capire e rispondere concretamente a quella che senza ombra di dubbio da tempo è una vera e propria emergenza. Per questo il CGD Ancona ha fornito i dati del Questionario di indagine adolescenti 2022-2023 che ha distribuito con la collaborazione delle scuole ed ha visto protagonisti 677 studentesse e studenti delle Marche dagli 11 fino ai 19 anni, frequentanti la scuola secondaria di primo e secondo grado».

Nella parte dell’indagine relativa a ciò che i ragazzi vorrebbero dalle famiglie e dalla scuola, «la richiesta principale è stata la riduzione dello stress da prestazione: questo punto rende evidente la necessità per i genitori e le famiglie, i docenti ed il personale scolastico, gli educatori tutti, di trovare momenti di confronto comune per capire insieme come affrontare in modo costruttivo e responsabile le relazioni con figli, studenti e allievi. La richiesta del CGD Ancona – prosegue Trucchia – è quella di proporre una formazione alle “relazioni positive” rivolta agli adulti che devono essere resi consapevoli degli effetti dei loro comportamenti e delle loro attività sui ragazzi e sulle ragazze con cui si rapportano quotidianamente, in ogni contesto, dalla famiglia alla scuola alle attività extrascolastiche. Dall’indagine svolta risulta che la scuola resta al centro della vita sociale e delle relazioni amicali: è evidente allora che qualsiasi azione o progetto che voglia incidere sulla situazione di disagio avvertita dai giovani debbano essere affrontate con cura e decisione ad iniziare proprio dal contesto scolastico, valorizzando la presenza degli sportelli di ascolto e degli psicologi scolastici non solo a supporto dei ragazzi e delle ragazze che singolarmente ne facciano richiesta, ma anche a supporto dei docenti e del personale scolastico nella gestione delle classi e della scuola».

La richiesta alle istituzioni è di investire fondi nella psicologia scolastica e selezionare con attenzione i progetti che vengono offerti in modo che siano garantite continuità e ore e tempi adeguati all’osservazione, all’ascolto e alla presa in carico delle problematiche singole e collettive. Secondo il Comitato «per promuovere relazioni positive è necessario trovare luoghi e spazi di confronto e condivisione aperti a tutti, inclusivi, dove la presenza di educatori per mediare e proporre attività sia accompagnata da esperienze di condivisione e dalla integrazione di diverse culture e sensibilità. La richiesta è di costruire una rete di attività ricreative e di aggregazione giovanili rivolte alla fascia d’età 14-19 anni ma aperte anche alle famiglie – conclude-, pensando alla creazione di centri o case di quartiere e investendo maggiormente sui progetti per le scuole in modo da consentire loro di essere sempre aperte anche oltre l’orario scolastico supportate da educatori e servizi adeguati».