ANCONA – Quante persone svilupperanno gli anticorpi, in quale valore e quanto durerà nel tempo l’immunità al virus. Sono le principali domande alle quali darà una risposta lo studio sulla vaccinazione contro il covid-19 avviato agli Ospedali Riuniti di Ancona.
Il laboratorio di Virologia di Torrette, con un prelievo di sangue eseguito sugli operatori sanitari che si sono sottoposti alla vaccinazione Pfizer Biontech, attualmente praticata nella prima fase della campagna vaccinale, cercherà di stabilirne il grado di copertura immunitaria che in base alle risultanze di altri studi si attesta intorno al 95%.
L’operazione è partita sul personale sanitario che ha già eseguito il richiamo, ovvero la seconda somministrazione del vaccino, ma nelle intenzioni del primario della Virologia di Torrette, il professor Stefano Menzo, c’è quella di valutare di monitorare tutte le tappe del percorso, partendo dal punto zero, ovvero quando la vaccinazione non è stata ancora effettuata, alla prima dose, e poi alla seconda per valutare la risposta immunitaria.
«Stiamo cercando gli anticorpi diretti contro la proteina Spike che si mette in contatto con il recettore sulla cellula che fa entrare il virus», afferma il virologo, uno studio utile anche per valutare l’efficacia del vaccino sulle varianti del virus in circolazione. Nelle Marche ad oggi è stata individuata solo la variante inglese, delle 3 attualmente circolanti (inglese, brasiliana e sudafricana) e conta 16 casi per lo più paucisintomatici.
Duplice la finalità dell’operazione, come spiega il professor Menzo: da un lato «verificare come le persone reagiscono alla vaccinazione» e quindi stabilire anche quando fare eventuali «richiami in futuro», inoltre avrà anche una «finalità scientifica, perché al momento nessuno sa come e quanto funzionano questi vaccini: bisognerà scoprilo proprio vaccinando e studiando gli effetti».
«Quando ne sapremo di più – conclude Menzo – potremo decidere quale è il titolo di anticorpi protettivo e quando sarà il caso di rivaccinare le persone».