«Con le temperature abbondantemente sopra la media stagionale si può dire che l’inverno è praticamente finito e che è arrivata la primavera». A dirlo è il professor Giorgio Passerini, meteorologo e docente di Fisica Tecnica Ambientale dell’Università Politecnica delle Marche. Sedici gradi ad Ancona, 17 ad Ascoli, 18 ad Osimo, sono alcune delle temperature odierne riportate sul sito della Protezione civile regionale.
«Le temperature massime – dice – hanno valori mediamente di 5-6 gradi sopra le medie climatiche, inoltre l’aria secca di matrice africana con pochissima umidità insieme alla scarsità di piogge, accentua la siccità e determinano un aumento dei livelli delle polveri sottili».
Gli inquinanti «nelle Marche non hanno ancora raggiunto una soglia di emergenza come in Pianura Padana» precisa, ma la situazione potrebbe peggiorare. Per le piogge bisognerà aspettare la prossima settimana secondo il meteorologo, perché da qui al fine settimana il tempo si manterrà stabile e con temperature pressoché primaverili nei valori massimi.
«Guardando alle previsioni a medio e lungo termine del centro meterologico europeo – spiega – sembra che l’inverno sia finito: per tutto il mese di marzo, infatti, sono previste anomalie positive nelle temperature che saranno più elevate della media climatica stagionale e anomalie negative per le piogge che invece saranno sotto le medie del periodo».
Insomma, tra scarsità di precipitazioni, clima più siccitoso e temperature più elevate, «si può dire che di fatto quest’anno l’inverno non c’è stato per la presenza dell’Anticiclone Africano. Inoltre a partire da fine gennaio le temperature tendono normalmente a crescere», un quadro sul quale si vanno ad inserire le anomalie sul fronte delle temperature.
«La fase fredda dell’inverno è terminata» dice «a voler vedere il bicchiere mezzo pieno c’è stata una produzione di energia dal fotovoltaico mai vista e bassissimi consumi per quanto riguarda i riscaldamenti domestici», ma il risvolto della medaglia «è il deficit idrico a cui il Paese e anche le Marche vanno incontro, un problema anche per l’agricoltura».