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Terremoto, Acquaroli: «Il 2023 anno della ricostruzione». Sull’ipotesi Castelli commissario: «Ha tutte le carte in regola»

Il presidente della Regione Marche ha annunciato anche che per l'alluvione è stato attivato l'iter per l'accreditamento dei primi 200 milioni stanziati dal governo

ANCONA – Il 2023 sarà l’anno dei cantieri e della ricostruzione. Lo ha detto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi – 2 gennaio – a Palazzo Raffaello, organizzata con l’Ordine dei Giornalisti delle Marche (Odg). Il governatore affiancato dal presidente dell’Odg Marche Franco Elisei ha fatto il punto su sanità, infrastrutture, turismo, cultura, sollecitato dai giornalisti di numerosi organi di informazione della regione che hanno partecipato all’evento promosso per la prima volta.

In apertura del suo discorso Acquaroli ha ricordato che il 2022 è stato «il primo vero anno alla guida della Regione» dopo un 2020 (la giunta si era insediata in ottobre) e un 2021 condizionati dalla pandemia. Tra le riforme messe a segno dalla sua giunta ha ricordato quella del sistema sanitario regionale che ha definito come «la più importante», in vigore dal 1° gennaio, riforma che è arrivata «dopo 19 anni» dalla precedente e il cui intento è quello di «restituire centralità ai territori». 

Parlando dei cantieri infrastrutturali Acquaroli ha spiegato che nel 2023 «dovrebbero prendere vita la Galleria della Guinza, continuare quelli degli ospedali in corso, prendere vita il cantiere della Pedemontana Sud e tante altre realtà che passano da uno stato di studio di progetto di fattibilità a un progetto definitivo e quindi ad uno stato quasi pre esecutivo e di pre cantierabilità». Il governatore ha sottolineato poi l’«importante accelerazione per il rilancio di interporto e aeroporto che possono garantire alla nostra regione la costituzione di un polo logistico di natura interregionale importante nel medio Adriatico».

Toccando il tema dell’alluvione, Acquaroli, nominato commissario subito dopo l’esondazione, ha ringraziato il governo nazionale per le risorse stanziate e per aver «riconosciuto per la prima volta l’eccezionalità» dell’evento che ha devastato Senigalliese e Pesarese, sottolineato la necessità di poter avere a disposizione una struttura commissariale autonoma che operi gomito a gomito con la Regione per la «ricostruzione» delle aree colpite.

Il governatore ha spiegato che dei fondi annunciati dal governo, oltre 400 milioni di euro, per i primi 200 milioni è stata attivata la procedura di accreditamento, mentre altri 13 milioni di euro, messi a disposizione sempre dal governo, saranno utilizzati per opere di mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico.

«Al Governo è stata chiesta una struttura commissariale più piccola che operi nel più breve tempo possibile» ha detto, spiegando che la richiesta dovrebbe essere accolta «nei prossimi giorni». «Alluvione e terremoto tolgono tante energie – ha ammesso -, il numero di assessori è basso rispetto alle deleghe», per questo «serve l’aiuto di figure e strutture autonome in sinergia con la Regione».

Sul post sisma il presidente ha rimarcato che il superbonus 110% e i rincari delle materie prime hanno creato difficoltà, ma si è detto convito che il 2023 «sarà l’anno della ricostruzione fisica con effetti visibili», una ricostruzione, come accennato più volte dal governatore che non dovrà essere solo materiale. «Le aree interne stanno soffrendo per carenza infrastrutturale e di progetti» per questo secondo il presidente della Regione Marche serve una gestione della ricostruzione post sisma che sia più ‘vicina’ alle marche, alle esigenze del territorio, già soggetto allo spopolamento.

Secondo Acquaroli servono una «strategia e una progettazione di area vasta per dare opportunità ai territori del cratere» in modo che «le risorse producano effetti sperati». «Torneremo a far vivere quei territori – ha detto – se i territori torneranno competitivi». Sulla guida della struttura commissariale, con il mandato del commissario straordinario Giovanni Legnini in scadenza, il governatore ha ricordato che il commissario Legnini «con il suo avvento, ha saputo dare competenze e risposte alla ricostruzione, anche per gli aspetti giuridici», evidenziando che però adesso il modello deve essere «velocizzato e reso univoco».

«Il modello non lo ha scelto Legnini» ha sottolineato, spiegando che sull’ipotesi che sia l’ex assessore Guido Castelli, oggi senatore a succede a Legnini, ha rimarcato che Castelli «ha tutte le carte in regola per fare bene come ha fatto da sindaco e da assessore sul tema della ricostruzione».