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Ospedale di Torrette, 500 dipendenti con contratto in scadenza ad aprile. Rsu: «Stabilizzare il personale»

Conferenza ad Ancona della Rsu per denunciare la scadenza del 16% del personale del comparto che opera nell'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche

Un momento della conferenza stampa della Rsu aziendale a Torrette

ANCONA – Stabilizzazione del personale a tempo determinato. È la richiesta avanzata dalla Rsu dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, in occasione di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina all’ospedale regionale di Torrette. «Abbiamo voluto denunciare le criticità presenti a Torrette – spiega la coordinatrice della Rsu aziendale Laura Cesari -: la struttura è stata designata dalla Regione, con la legge di riforma della sanità, come l’unica nelle Marche ad alta complessità e di secondo livello. Ci sono circa 500 dipendenti del comparto con contratto a tempo determinato, in scadenza al 30 aprile del 2023».

Si tratta, spiega la Rsu, di infermieri, tecnici e amministrativi, «personale che non sappiamo ancora se sarà rinnovato. Di certo – osserva -, se non saranno rinnovati, il personale che resta dovrà coprire la carenza con doppi turni e salti riposo e inoltre si rischia di mettere in crisi l’offerta di salute rivolta ai cittadini».

Secondo Cesari, «ad oggi sono state stabilizzate solo alcune figure del comparto, ostetriche e perfusionisti, per la stabilizzazione legata alla legge Madia, ma l’azienda non ha portato a termine i bandi né per il 2021 né per il 2022».

La coordinatrice dell’Rsu spiega che è stato riaperto il bando per la stabilizzazione del personale, che scadrà il 25 marzo. Cesari annuncia l’intenzione di voler chiedere un incontro al nuovo direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche (Gozzini) e alla Regione, «per affrontare il tema, perché altrimenti si dovrà pensare di rimodulare l’assistenza fornita ai pazienti».

Evidenzia infatti che «le 500 persone con contratto in scadenza rappresentano il 16% del personale complessivo del comparto, che conta in totale 3.100 dipendenti, una quota rilevante per l’azienda. Bisogna creare, a livello regionale, le condizioni economiche per rinnovare i contratti».