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Ospedale di Torrette di Ancona, ampliata l’Unità Spinale. Caporossi: «Completamento di un percorso iniziato anni fa»

La dotazione di posti letto sale così complessivamente a 10, 8 dei quali di degenza ordinaria e 2 di day hospital. L'Unità era stata aperta nel 2010

ANCONA – Inaugurati quattro nuovi posti letto presso l’Unità Spinale dell’ospedale regionale di Torrette. La dotazione sale così complessivamente a 10, dei quali 8 di degenza ordinaria e 2 di day hospital. Presenti i vertici dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche,, con il direttore generale Michele Caporossi, il direttore amministrativo Antonello Maraldo e il direttore sanitario Claudio Martini, il presidente dell’Assemblea Legislativa Dino Latini, i consiglieri regionali Anna Menghi e Mirko Bilò.

Il dg Caporossi alla sua ultima ‘uscita pubblica’ alla guida dall’Azienda (dal 30 novembre si conclude il suo mandato perché come lui stesso ha ricordato «vado a riposarmi»), ha parlato dell’ampliamento dell’Unità Spinale come di un traguardo importante, sottolineando anche il contributo delle associazioni dei malati.

«L’Unità Spinale così ampliata – spiega il dg – è il completamento di un percorso iniziato anni fa in cui non era facile mettere in piedi una struttura così impegnativa da tanti punti di vista eppure ci siamo riusciti». L’Unità, che si caratterizza per team multidisciplinare e alta specializzazione nella riabilitazione delle persone affette da lesioni spinali, a seguito di trauma, incidente o malattia, era stata aperta nel 2010 e successivamente era stato adeguato il personale medico, infermieristico e riabilitativo, ed erano stati acquisite nuovi macchinari per la riabilitazione e l’assistenza.

Michele Caporossi e Antonello Maraldo

Un ampliamento che per la responsabile Maria Antonietta Recchioni consentirà di «attuare appieno la mission dell’Unità Spinale: dare alla persona che ha subito una lesione del midollo spinale l’opportunità di riprogettare una vita il più possibile autonoma, nel proprio ambito sociale, in modo inclusivo, senza discriminazioni».

La responsabile della struttura ha spiegato che l’incidenza delle lesioni midollari è di circa 25-28 nuovi casi all’anno per milione di abitanti e che le cause più frequenti sono per il 67% di origine traumatica (incidenti stradali, infortuni sul lavoro, incidenti sportivi) e per il restante 33% di origine non traumatica. La gravità della lesione ha un pesante impatto biologico, psichico e sociale sulla persona, con conseguente grave disabilità.

Un momento della presentazione dell’ampliamento dell’Unità Spinale a Torrette

Nell’Unità di Torrette sono trattate persone che, a causa di una lesione al midollo spinale, hanno subito una paraplegia o una tetraplegia. La vice presidente dell’Associazione Paratetraplegici Marche Carmen Mattei, ha ricordato il percorso che ha portato ala costituzione dell’Unità ed oggi al suo ampliamento: «Nel 1995 si volle creare l’istituzione dell’unità spinale all’interno dell’ospedale che per vari motivi non si riuscì a costituire. Nel 2002 si costituisce l’Associazione Paratetraplegici delle Marche che con la dottoressa Maria Antonietta Recchioni, esperta in midollolesioni e il suo staff creò un tavolo di lavoro. Con il supporto dell’Associazione, e grazie a fondi programmati, nacque l’Unità Spinale. A seguito di un percorso lunghissimo e faticosissimo durato 30 anni, oggi inauguriamo posti letto dedicati all’Unità Spinale».

La consigliera regionale Anna Menghi, membro della IV Commissione Sanità ed esponente dell’ANMIC, ha detto: «è bello esserci, in un altro ruolo per testimoniare che solo con una vera sussidiarietà orizzontale si ottengono importanti risultati».

Soddisfatto il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche –  Michele Caporossi : «Inauguriamo i nuovi posti letto di una Struttura che  rappresenta un punto importante per le persone con lesione midollare attraverso la cura, la riabilitazione e il reinserimento sociale, familiare e lavorativo, secondo i modelli più avanzati. I pazienti ed in particolare quelli più fragili sono sempre al centro di ogni nostra azione».