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Torrette, operato ad Ancona il colonnello Carlo Calcagni

La notizia è stata diffusa con un post su Facebook dallo stesso Calcagni e dal dottor Andrea Vecchi, chirurgo epatobiliare della prima equipe Trapianti dell'Ospedale regionale di Torrette

L'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, ospedale regionale di Torrette

ANCONA – Operato ad Ancona, all’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, il colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, ufficiale elicotterista dell’esercito italiano e paracadutista della Folgore, noto campione sportivo e atleta del Gruppo Paraolimpico della Difesa.

La notizia è stata diffusa con un post su Facebook dallo stesso Calcaqni e dal dottor Andrea Vecchi, chirurgo epatobiliare della prima equipe Trapianti dell’Ospedale regionale di Torrette, il quale, presidente Ato Marche e presidente del Forum Nazionale Trapiantati, nell’agosto dell’anno scorso aveva conosciuto il colonnello ai campionati europei dei trapiantati e dializzati, e si è occupato della scelta del “graft” idoneo, spiega il chirurgo, una porzione di vena da donatore, presso la Banca dei Tessuti.

Ad eseguire l’intervento è stato il direttore del Centro di Chirurgia Vascolare dell’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche Luciano Carbonari: «Abbiamo creato un accesso per la plasmaferesi tramite una vena prelevata da donatore, un trapianto a tutti gli effetti» spiega.

Al Centro di Chirurgia Vascolare dell’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche ogni anno affluiscono da tutta Italia pazienti per interventi come quello eseguito sul colonnello.

Nel suo post su Facebook il colonnello Calcagni rivolge un ringraziamento al donatore e ai suoi famigliari, per poi ringraziare il dottor Vecchi e il dottor Carbonari e i «tanti altri specialisti che ho avuto la fortuna e l’onore di incontrare nella mia vita».

«Proprio quando la vita diventa fragile – scrive il colonnello – bisogna averne il massimo rispetto e trattarla con I guanti bianchi, senza mai dimenticare il valore del dono: gratuitamente abbiamo ricevuto il dono della vita, gratuitamente dobbiamo donarci agli altri. Infine – aggiunge – , voglio ringraziare tutto il personale del reparto di chirurgia vascolare, dove mi sono sentito veramente a casa».

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