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Radioterapia, a Torrette due nuovi macchinari

Uno è già arrivato a metà luglio e l’altro arriverà il prossimo mese e sarà operativa per fine anno. Allo studio l'acquisizione di un nuovo macchinario che coniuga acceleratore lineare e risonanza magnetica

L'acceleratore True Beam

ANCONA – Due nuovi acceleratori lineari in forza alla Radioterapia degli ospedali Riuniti di Ancona per la cura dei tumori. Uno è già arrivato, mentre l’altro arriverà entro un mese, ed andranno a sostituire due macchinari più datati, con strumenti tecnologici all’avanguardia. Meno radiazioni agli organi sani, meno effetti collaterali, dose più alta, minor numero di sedute e maggior efficacia, sono solo alcuni dei benefici garantiti dai nuovi acceleratori.

Michele Caporossi, direttore generale Azienda Ospedali Riuniti
Michele Caporossi, direttore generale Azienda Ospedali Riuniti

«Si rinnova una tradizione di oltre 15 anni nella radioterapia stereotassica all’avanguardia nazionale», ha sottolineato il direttore dell’Azienda Ospedali Riuniti Michele Caporossi.

Il macchinario per la radioterapia

«Completiamo in questo modo il rinnovamento di tutto il parco tecnologico dei macchinari per la Radioterapia con strumenti al top di gamma», spiega Massimo Cardinali, primario della Radioterapia degli Ospedali Riuniti di Ancona.

Sono oltre 1500 le radioterapie annue effettuate all’Ospedale di Torrette, che è un centro di terzo livello, e il 60% dei pazienti oncologici marchigiani si cura agli Ospedali Riuniti di Ancona. Ma le novità non si fermano qua a Torrette, perché è in studio l’acquisizione nei prossimi anni di un macchinario che coniuga un acceleratore lineare con la risonanza magnetica.

Acceleratore lineare

«La radioterapia è un trattamento di elezione nei tumori del seno dopo l’intervento chirurgico conservativo – sottolinea la professoressa Rossana Berardi, Direttore della Clinica Oncologica dell’Università Politecnica delle Marche – Ospedali Riuniti di Ancona – e un’arma importante per numerose neoplasie, anche quando sono ad uno stadio localmente avanzato come i tumori del polmone, del retto, del pancreas e dello stomaco.  Poi ci sono i tumori cerebrali di cui buona parte vengono trattati in maniera quasi esclusiva con la radioterapia. Infine c’è la gestione delle metastasi e delle urgenze, qui la radioterapia ha un ruolo determinante per la vita del paziente, penso alla sindrome mediastinica, alla sindrome da compressione midollare e alla terapia antalgica per le metastasi ossee. Questa è solo una parte dei trattamenti che si possono fare, quindi la radioterapia rappresenta sicuramente una terapia importantissima».

Paziente

Gli acceleratori lineari curano i tumori irradiandoli con «radiazioni ionizzanti ad alta energia e possono essere impiegati sia come trattamento esclusivo, quando non è utilizzabile né la chirurgia né la chemioterapia, oppure, più frequentemente, come terapia complementare in associazione a chirurgia e/o chemio – precisa Cardinali – una cura dei tumori in uso dal dopoguerra, adottata in Italia per la prima volta nel 1958 e già presente ad Ancona fin dal 1960 nel ex Ospedale Umberto I°. Successivamente il Centro di Radioterapia di Ancona è stato trasferito al Centro Oncologico e dopo la frana ricostruito al Regionale di Torrette rimanendo l’unico nella Regione Marche fino alla fine degli anni ’90».

Le due nuove macchine per il trattamento dei tumori sono dotate di tecnologie IGRT (radioterapia guidata dalle immagini) e IMRT (radioterapia a modulazione di intensità) che consentono di offrire il massimo dell’efficacia, della precisione e della personalizzazione del piano di cura: trattamenti di categoria “D” come descritto nei nuovi LEA. Ad esempio nel caso di un tumore al polmone che può muoversi durante la respirazione è possibile irradiarlo non per tutta la durata dell’atto respiratorio, ma solo in una fase specifica stabilita dal medico, al fine di risparmiare il maggior volume di parenchima polmonare sano e funzionante. Questa tecnica conosciuta con il nome di “gating” è utile non solo nel caso del tumore al polmone, ma anche nelle altre neoplasie localizzate in organi che possono muoversi durante la respirazione come la mammella e le neoplasie localizzate nell’addome superiore.

Professoressa Rossana Berardi
Direttore Clinica Oncologica,
Direttore Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica,
Direttore Centro di Riferimento Regionale di Genetica Oncologica,
Vice Direttore Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari
(DISCICLIMO)

La tecnologia IGRT permette di controllare l’esatto posizionamento del paziente e del bersaglio, mentre la IMRT consente la modulazione della potenza del raggio in modo da conformare la massima dose sul tumore, con minor rischio per gli organi vicini. «Poter pennellare la dose sul tumore permette di erogare una dose maggiore che può aumentare di molto il controllo della malattia», sottolinea il primario della Radioterapia. Non solo IMRT nella sua forma oggi più avanzata, che è la VMAT (Volumetric Modulated Arc Therapy), in cui la macchina ruota intorno al paziente  garantendo la massima precisione nella distribuzione della dose e la massima velocità di erogazione, ma anche la Radioterapia Stereotassica dell’encefalo e del body che consentiranno, in certe situazioni cliniche, di effettuare trattamenti radiochirurgici, cioè eradicare neoplasie di volume ridotto con una sola seduta, proprio come un intervento chirurgico. Non a caso l’acceleratore porta sul nome l’estensione STx (acronimo di stereotassi).

«Macchinari più potenti e più precisi, che ci permettono di effettuare dei trattamenti sempre più personalizzati sui pazienti – spiega la professoressa Rossana Berardi, primario della Clinica Oncologica – la radioterapia è un’arma importantissima per i pazienti oncologici, perché è un’opzione terapeutica in tutti i tumori solidi, ma è anche gravata da potenziali effetti collaterali. I nuovi macchinari che riescono in maniera sempre più mirata a definire il campo terapeutico sulla malattia del singolo paziente consentono di erogare dosi più alte con minori tossicità e questo si ripercuote favorevolmente sui pazienti oncologici con la possibilità di ottenere risultati migliori a lungo termine».

Ma nella Radioterapia di Torrette è possibile effettuare anche la brachiterapia, una radioterapia interna che irradia i tumori ginecologici attraverso cateteri. Una terapia che ha il vantaggio depositare un alta dose di farmaco per alcuni minuti in prossimità del tumore per poi retrarre la sonda.«Siamo inoltre gli unici nelle Marche a disporre della Brachiterapia, una tecnica speciale di radioterapia che porta la sorgente radioattiva all’interno del corpo, particolarmente utile nei tumori ginecologici».

Radioterapia

«Con questi nuovi macchinari stiamo soddisfacendo quelle che sono le innovazioni e le nuove terapie – spiega la professoressa Berardi – la ricerca si sta muovendo sempre più nell’integrazione tra le cure e proprio su questo tema attiveremo nei prossimi mesi una nuova sperimentazione che prevede per i tumori del seno del tratto testa e collo l’immunoterapia combinata alla radioterapia. Il futuro della medicina è quello di combinare le armi che abbiamo a disposizione e le nuove metodologie sono l’immunoterapia e i farmaci a bersaglio biomolecolare e evidente che c’è un’area importantissima di studio che va a valutare come combinare queste opzioni».

Nei giorni scorsi la professoressa Berardi ha ricevuto un riconoscimento nel corso del Congresso Internazionale di Oncologia e Radiologia “ICOR 2018”, per il contributo dato alla ricerca in campo oncologico.