ANCONA – Trapianti di rene in crescita all’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche. Nel 2022 si è toccato un nuovo record in Sod di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del Rene, dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona, dove sono stati eseguiti 59 trapianti di rene. Il dato è in crescita rispetto al 2021 quando ne furono eseguiti 51, un numero che era già risultato più elevato rispetto a quello degli anni precedenti.
«Nel 2022 c’è un incremento del 51% del numero dei trapianti rispetto alla media storica, che si attestava a 37 trapianti annui» spiega il professor Andrea Ranghino, direttore della Sod di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del Rene dell’ospedale regionale di Torrette (Ancona).
A crescere è anche il numero dei pazienti provenienti da fuori regione che «supera il 40%» spiega.
Il primario annuncia inoltre un’importante novità, perché dal 2023 «daremo avvio al programma di ‘trapianto AB0 incompatibile’, che consente di trapiantare il rene quando tra donatore d’organo e ricevente c’è una incompatibilità di gruppo sanguigno». «Uno sforzo che stiamo facendo – puntualizza – per cercare di togliere i pazienti dalla dialisi e di trapiantarli prima che possano arrivare alla dialisi».
Accanto all’attività trapiantologica si registra una rilevante attività diagnostica, tanto che presso l’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche «è stato eseguito un 80% di diagnosi con biopsia renale su pazienti della regione per individuare precocemente la malattia renale acuta ed evitare al paziente di arrivare allo stadio terminale della malattia e alla dialisi. Un 10% delle diagnosi sono state eseguite su pazienti provenienti da fuori regione».
La Sod di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del Rene di Torrette ha svolto anche una «grande attività a supporto delle terapie intensive, della medicina d’urgenza e dell’unità coronarica, con oltre 500 trattamenti all’anno eseguiti su pazienti che hanno riportato un danno renale acuto e una insufficienza renale, causate da associato a sepsi o rabdomiolisi (ad esempio per trauma da schiacciamento, ndr). Importante anche l’attività sugli emodializzati cronici che ha raggiunto numeri molto elevati e superiori alle nostre capacità e ai posti letto disponibili che abbiamo fronteggiato con turni di lavoro extra per soddisfare il fabbisogno».
Il professor Ranghino osserva: «Avremo bisogno di un incremento organico sia di medici che di infermieri, per gestire al meglio l’incremento della malattia renale cronica che stiamo osservando e che è legato all’incremento dell’età media della popolazione oltre che all’incremento delle problematiche cliniche». Nel mondo la patologia malattia renale cronica colpisce oltre 800 milioni di persone, in Italia «la stima è di circa 7 milioni di persone di età maggiore ai 35 anni di cui in Italia ci sono 50mila sono dializzati cronici – spiega – che incidono attorno al 3% della spesa sanitaria italiana complessiva. Evitare la dialisi incrementando la diagnosi precoce e il numero dei trapianti – osserva -, oltre ad essere qualcosa di buono per i pazienti e la loro qualità di vita, ha un importante risvolto in termini economici».
Il primario evidenzia che il trapianto renale ha un impatto rilevante sulla quantità e qualità di vita del paziente, sulla ripresa lavorativa che avviene nel 97% dei trapiantati e sulla possibilità per una giovane donna di poter avere una gravidanza. Per quanto concerne la riduzione della spesa sanitaria fa notare che «un dializzato ‘costa’ alla sanità circa 50mila euro l’anno, mentre un trapiantato circa 15mila euro. Non solo. La sopravvivenza a 10 anni dal trapianto eseguito ad Ancona è superiore all’85%, quella dell’organo è pari all’84%, un dato che si riferisce ai circa 700 trapianti eseguiti dalla nostra Clinica dal 2005, anno di avvio dell’attività trapiantologica. Il trapianto di rene – conclude – raddoppia la sopravvivenza del paziente dializzato».