ANCONA – Inizierà il 13 marzo il processo con rito immediato davanti alla Corte di Assise per i 6 componenti della banda dello spray arrestati il 2 agosto scorso per la tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo.
I ragazzi, tutti fra 19 e 22 anni, la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 spruzzarono spray al peperoncino all’interno della discoteca per rubare collane e orologi. La sostanza causò problemi respiratori tra i ragazzi che quella sera erano presenti nel locale, affollato oltre il numero massimo consentito: subito si scatenò il panico e i giovani, per lo più adolescenti, si ammassarono per le uscite di sicurezza per scappare dalla discoteca. Nel fuggi fuggi dal locale morirono 5 adolescenti e una mamma 39enne schiacciati dalla calca, mentre oltre 200 persone rimasero ferite.
Per questo i 6 della banda del modenese, specializzata in furti con strappo nei locali sono accusati di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo. Insieme a loro era stato arrestato anche un 65enne accusato di ricettazione continuata e associazione per delinquere che ha patteggiato la pena a 4 anni e 2 mesi di reclusione e a 2mila euro di multa.
Il 13 di marzo si aprirà dunque il processo con rito immediato, come disposto dal Gip Carlo Cimini su richiesta della Procura. Il rito Per quanto
«Valuteremo se costituirci parte civile, fermo restando che stiamo guardando alle responsabilità degli organizzatori e degli enti coinvolti», commenta l’avvocato Corrado Canafoglia, che assiste oltre 300 persone, fra le quali anche alcuni dei feriti.
L’altro filone dell’inchiesta, i cui termini sono stati prorogati fino ad aprile, dovrà far luce sulle responsabilità colpose per le quali sono indagate altre 17 persone tra gestori del locale, membri della Commissione di vigilanza e il sindaco di Corinaldo.