ANCONA – «Per arrivare a realizzare la transizione ecologica occorre operare prima una transizione culturale». Ne è convinto Marco Ciarulli presidente di Legambiente Marche, che interviene commentando il bando da 90milioni di euro lanciato dalla Commissione europea per rafforzare lo sviluppo urbano sostenibile nelle città dell’Ue. Bando che si propone di selezionare progetti di transizione energetica e digitale, che sperimentino soluzioni innovative per garantire sistemi energetici locali accessibili e soluzioni digitali per migliorare i servizi pubblici e la qualità della vita. Insomma, è ‘caccia’ aperta alle best practices che possono fare da apripista a modelli innovativi e replicabili anche in altre città, come previsto dal bando.
«È una iniziativa interessante per ideare e sperimentare soluzioni sostenibili – spiega -: il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) era nato proprio con l’obiettivo della transizione ecologica e digitale, così come la Direttiva europea ‘case green’ che ci ha spaventato perché consapevoli di essere molto indietro su questo tema». La direttiva europea ‘case green’ prevede che gli Stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Una dedaline molto fitta che non si sa ancora come attuare in pratica. Secondo Legambiente Marche un punto di partenza è quello di puntare alla «riduzione del bisogno energetico delle città, i nostri centri storici ne avrebbero un gran bisogno – aggiunge – . Il limite a questo cambiamento non può essere sociale, cioè non dovremmo poterci permettere di mettere in discussione la necessità della transizione ecologica, perché il cambiamento climatico è concreto e la mancata transizione ha un costo».
«Il nostro Paese e quindi anche le Marche – è estremamente dipendente dalle fonti fossili: il 60% dell’elettricità arriva dalla combustione di gas che proviene da altri Paesi, come l’Algeria, questo ha un costo che è influenzato anche dalla dinamiche geopolitiche». Per Legambiente «la transizione ecologica è una urgenza che ha un doppio valore, ambientale ed economico, che vanno a braccetto, è paradossale che si discuta ancora se fare un impianto di rinnovabili o no. Per questo è necessaria una transione culturale che porti all’accettazione sociale nei territori di questi impianti».
Impianti ai quali «i nostri occhi non si sono ancora abituati, mentre sono abituati ai tralicci dell’energia elettrica. Abbiamo accettato tutti gli insediamenti urbani che costellano le nostre città e le campagne eppure non riusciamo ancora ad accettare gli impianti eolici perché deturpano il paesaggio: bisogna educare i cittadini e responsabilizzarli sul fatto che l’energia elettrica che arriva nelle nostre case e che ci consente di fare tante attività non è scontata». Accanto alla transizione verde, Ciarulli sottolinea l’importanza della transizione digitale che «può aiutarci a ridurre i costi dei trasporti, affiancare la mobilità sostenibile e favorire il turismo dolce, il nostro Appennino è già strutturato per questo, occorre agevolare l’utilizzo delle e-bike» conclude.