ANCONA – Tredici domande al candidato. È il format con cui CentroPagina si avvicina alle prossime elezioni Comunali che chiameranno gli anconetani alle urne il 14 e 15 maggio 2023, con eventuale ballottaggio due settimane dopo. Tredici temi «caldi» che abbiamo posto identici a ciascun concorrente alla poltrona di primo cittadino, o prima cittadina. Dopo Ida Simonella e Marco Battino, è il turno di Francesco Rubini, candidato sindaco per le liste Altra Idea di Città e Ancona Città Aperta. Le domande, appunto sono tredici. Perché tredici? Perché è un numero particolare, magico, che porta fortuna e sfortuna al tempo stesso, e che è anche identitario, visto che tredici sono le cannelle della Fontana del Calamo, simbolo cittadino.
1) Qual è il tratto distintivo di Ancona?
«Il mare. Quel mare che bagna la città su tutti i lati e ne determina la sua unicità. Mare che significa porto, bellezze paesaggistiche, ecosistemi naturali da preservare, turismo sostenibile, eccellenze enogastronomiche. L’identità, la storia, la stessa esistenza della nostra città passa per il suo mare. Un bene comune da difendere e conservare per il futuro delle generazioni a venire».
2) Qual è il suo luogo del cuore, in città?
«La Grotta Azzurra. Un luogo unico, per la presenza delle grotte, per i suoi colori, per quei tramonti sul mare così unici e tutti allo stesso modo indimenticabili».
3) Area marina protetta, sì o no e perché?
«Siamo da sempre favorevoli all’Area marina protetta. Lo siamo stati dentro il consiglio comunale, senza mai cambiare idea, e lo siamo stati fuori partecipando attivamente a tutte le iniziative delle associazioni ambientaliste locali. Favorevoli perché l’Amp è non solo uno strumento indispensabile per tutelare i nostri ecosistemi marini e terrestri, ma perché rappresenta un’occasione importante per costruire un’idea di sviluppo del territorio e del turismo che metta al centro la sostenibilità e le nostre eccellenze naturalistiche».
4) Banchina grandi navi, sì o no e perché?
«La banchina per le grandi navi da crociera al molo clementino è un progetto folle contro cui ci si siamo battuti fin dall’inizio. Una banchina di 2400 metri quadrati, con una nuova strada carrabile sotto la mura storica, probabili nuovi parcheggi, una mole di traffico giornaliero stimata intorno alle due ore di fila in porto per ogni attracco. Un progetto con un impatto devastante in termini ambientali, paesaggistici e di salute pubblica. Una concessione di 52 anni a Msc per portare inquinanti giganti del mare lunghi più di 300 metri e alti più di 60 nel cuore del centro città, a due passi da luoghi storici e monumentali vincolati. Un progetto che inoltre chiuderebbe per sempre il porto antico impedendo di liberare l’area per destinarla a scopi socio–culturali».
5) Parcheggi in centro, quali soluzioni propone?
«In tema di parcheggi occorre cambiare mentalità. La logica secondo la quale tutti possono arrivare in auto in centro è antistorica, insostenibile in termini ambientali e disfunzionale per il commercio. Altrettanto controproducente è quella politica tariffaria sui parcheggi che tende a incentivare l’uso dell’auto privata fino al cuore del centro città. Bisogna lavorare piuttosto sui parcheggi scambiatori esterni, potenziando quelli che ci sono e individuando nuove aree (Verrocchio, scalo Marotti, stadio del Conero, cimitero di Tavernelle, piazza Ugo Bassi), tutte da collegarsi con il centro città tramite un servizio navetta rapido e veloce».
6) Manutenzione delle strade e del verde urbano, cosa fare?
«Senza dilungarsi troppo sulla necessità di migliorare complessivamente manutenzioni, decoro e pulizia, vorrei concentrarmi su alcune proposte concrete. Intanto è nostra intenzione rivedere il piano delle assunzioni comunali per implementare progressivamente il personale dedicato alle manutenzioni per ridurre gli affidamenti di lavoro all’esterno e gli appalti al massimo ribasso. Per quanto riguarda il verde urbano siamo convinti che occorra ripartire da zero dopo anni di disastri e scarsa attenzione: riforestazione urbana, piantumazioni, cura delle radici in occasioni di escavi, aumento del personale in dotazione all’ufficio verde, adozione regolamento del verde, progetti legati alla filiera del legno e del biogas, installazione di infrastrutture vegetali. Un uso intelligente e diffuso del verde urbano significa un notevole aumento della qualità della vita».
7) Quali novità da mettere in campo in tema di maggiore sicurezza per i cittadini?
«Sicurezza non è solo ordine pubblico. Una città è sicura quando è bella, viva, vivibile, pulita e manutenuta. Una città è sicura quando vi sono spazi di aggregazione, socialità, luoghi di espressione artistica, servizi sociosanitari di prossimità. Un città è sicura quando smette di abbandonare il patrimonio immobiliare e i contenitori lasciando andare in malore centinaia di metri quadrati. Una città è sicura quando costruisce canali di dialogo e partecipazione piuttosto che adottare vecchie e inutili politiche proibizionistiche. Non bastano telecamere e forze dell’ordine, serve rimettere al centro politiche sociali e culturali all’altezza».
8) Tema giovani: cosa vogliono i giovani di Ancona, residenti e studenti fuori sede, per loro e per la città?
«Abbiamo due problemi: i giovani che scappano dalla nostra città e quelli, gli universitari, che rischiano di non venire più. Su questo fronte servono innanzitutto politiche per la casa, sul lavoro e per incentivare l’imprenditoria giovanile. Servono poi servizi sociosanitari diffusi e di prossimità, ma anche un’offerta culturale adeguata, spazi e momenti di aggregazione e socialità, strumenti di partecipazione e co-progettazione, eventi e divertimento notturno. Altro tema decisivo è quello del trasporto pubblico, soprattutto per gli universitari: una proposta che facciamo da sempre è quella di una navetta serale e notturna capace di collegare i poli di Torrette e Tavernelle con il centro città».
9) Lotta all’inquinamento: quali sono le scelte indispensabili e prioritarie?
«L’inquinamento in questa città è una questione seria. Il Pia redatto dal professor Bonifazi e dal suo staff ha descritto un quadro a dir poco preoccupante: a causa dell’inquinamento da polveri sottili, i cui valori sono tutti in media sopra ai limiti di sicurezza previsti dall’Oms, ogni anno si stimano 110 morti premature per patologie cardiovascolari e respiratorie: 550 decessi nel periodo 2013–2019. È evidente che, a fronte di un quadro del genere, pensare di continuare a monitorare la qualità dell’aria con due sole centraline, di cui una posizionata nel verde della Cittadella, è assolutamente impensabile. Il Comune non può più aspettare: deve immediatamente adoperarsi per installare centraline proprie in un numero sufficiente per coprire tutto il territorio cittadino, a partire dai quartieri limitrofi al porto dove la situazione è senza dubbio la più grave; centraline che dovranno poi essere collegate ad un’app pubblica così da poter attuare un controllo costante e partecipato. È necessario però aggiungere che il monitoraggio della qualità dell’aria non basta; il Pia chiede alla politica scelte radicali sul porto, sulla mobilità, in tema di verde urbano e infrastrutture vegetali: la lotta all’inquinamento passa necessariamente per scelte chiare quali il no alla banchina grandi navi da crociera al porto antico, una nuova viabilità capace di limitare il traffico privato su gomma, una gestione del verde pubblico seria e programmata con un piano di riforestazione urbana di lungo periodo».
10) Trasporti e mobilità: metro di superficie, magari con la riapertura della stazione marittima, oppure altre opzioni?
«La metropolitana di superficie è un progetto indispensabile per lo sviluppo di questa città verso un’idea di mobilità e viabilità che metta al centro la sostenibilità e l’efficienza. Partendo dalla riapertura della stazione marittima occorre quindi riprendere tutte le interlocuzioni necessarie per ritornare sul progetto di metropolitana di superficie su cui la politica di questo territorio ha già investito risorse pubbliche; un progetto che permetterebbe alla città di Ancona di essere collegata all’hinterland con un mezzo di mobilità veloce e non inquinante. Le stazioni ci sono già, Ancona Ikea, Ancona Stadio, Ancona Marittima, Torrette, serve solo la volontà politica di tornare ad investirci. Ovviamente la metropolitana di superficie non basta: servono Ztl integrate con un sistema di parcheggi scambiatori esterni al centro città, un servizio di Tpl con corsie preferenziali e cordoli, progetti per le ciclabilità e investimenti nella sharing mobility».
11) Turismo, punto primo: Ancona oggi è una città attrattiva?
«Evidentemente non lo è. Non è attrattiva per una serie di ragioni, intanto perché non è mai esistito un progetto complessivo di accoglienza turistica, non lo è perché ha dei problemi evidenti in materia di cura, manutenzione, pulizia e bellezza, basti pensare alle condizioni in cui versa il centro storico. E non lo è perché ad oggi nessuno ha mai deciso seriamente di investire sul turismo».
12) Turismo, punto secondo: cosa le serve per crescere e diventare più attrattiva per chi viene da fuori?
«Sul turismo siamo all’anno zero, ma prima ancora di ragionare su cosa fare è necessario decidere che strada prendere. Il turismo di massa sta producendo distorsioni in tutta Italia e non è certo il modello che intendiamo impiantare anche sul nostro territorio. Pensiamo piuttosto che serva investire sul turismo sostenibile mettendo al centro le nostre eccellenze naturali, storiche e paesaggistiche. Quella che immaginiamo è una città turistica capace di collegare il porto antico e il centro storico con il cardeto e poi verso la costa, tra verde e mare, passando per la bellissima falesia del Conero, le grotte, i numerosi accessi al mare da riaprire verso spiagge selvagge e incontaminate. Una piccola Riserva dello Zingaro anconetana, con al centro l’Area marina protetta del Conero e la nostra antica identità di città di mare e portuale. Turismo significa poi anche eventi sportivi e convegni».
13) Commercio: come rivitalizzare il centro cittadino e le economie di quartiere?
«Il commercio anconetano ha innanzitutto bisogno di una città vivibile e vissuta con ampie aree pedonali, eventi 365 giorni l’anno, iniziative culturali diffuse. Occorre uscire dalla logica che il commercio migliora in proporzione ai parcheggi in centro, pensiamo piuttosto che nel centro occorra portare le persone e non le auto. Da questo punto di vista le città che hanno investito nelle ztl e nella pedonalizzazione di parti importanti della città oggi raccolgono i frutti e i commercianti ringraziano. Serve poi mantenere l’impegno sui dehors e agevolare le attività nella possibilità di organizzare intrattenimento musicale e artistico. Per quanto riguarda il commercio nei quartieri, al primo posto mettiamo l’impegno a interrompere l’apertura indiscriminata dei supermercati per lavorare piuttosto sul commercio di prossimità, le piccole botteghe, l’economia circolare e virtuosa, i mercati rionali».