ANCONA – Il lungo ponte del primo Novembre che quest’anno conta quattro giorni, è roseo nelle Marche dove si registrano «parecchie prenotazioni nelle strutture alberghiere». La conferma dell’andamento positivo, superiore anche alle previsioni, arriva da Federalberghi Marche.
«L’affluenza è superiore a quella dello scorso ed è tornata ai livelli pre-Covid (2019 – dice Emiliano Pigliapoco, che ha partecipato a Chianciano per gli Stati Generali del Turismo – . Il ponte sta andando bene un po’ in tutto il Paese, noi nelle Marche siamo soddisfatti: le prenotazioni riguardano soprattutto gruppi di turisti italiani, ma non mancano gli stranieri».
A fare incetta di turisti sono soprattutto le città d’arte, specie Urbino e Ascoli Piceno, ma va bene anche l’entroterra, spiega il presidente di Federalberghi Marche Emiliano Pigliapoco: «Offida sta andando molto bene, Gradara ha una grandissima richiesta, mentre nell’anconetano registrano una buona affluenza anche Osimo e soprattutto Loreto che durante il ponte grazie anche alla presenza dei Cavalieri di Malta vede le strutture tutte piene».
A sorpresa, quella che sembra una estate infinita, anche se siamo ormai a pieno titolo in Autunno, fa registrare prenotazioni anche nelle strutture ricettive della Riviera del Conero: complice il caldo e il bel tempo di una ottobrata che pochi ricordano con temperature costantemente sopra la media stagionale, in diversi si riversano sulle spiagge di Numana e Sirolo per prendere il sole, ma c’è anche chi si concede un tuffo in mare.
«Ci sono ancora molti turisti al mare, tra cui stranieri, gruppi di olandesi – prosegue – gli italiani hanno prenotato soprattutto negli ultimi giorni, vedendo il caldo e il bel tempo, hanno deciso di concedersi due-tre giorni di vacanza». Insomma, nonostante i rincari il settore resiste. «Anche se il caro bollette ci penalizza – spiega – quest’anno è stato positivo, anche se non abbiamo ancora la statistica completa sulle presenze, la percezione è che gli stranieri siano triplicati rispetto al 2021».
A causa dei «margini ridotti all’osso per i rincari energetici» gli albergatori hanno cercato di fronteggiare la situazione alzando i prezzi del 20%, ma le bollette sono anche triplicate». Intanto c’è anche chi valuta «la chiusura invernale: se le presenze non sono adeguate non conviene stare aperti perché non si coprirebbero i costi».