ANCONA – «Mi manchi», una chiazza nera sul bianco puro della pietra d’Istria. Così, è stato nuovamente imbrattato il Monumento dei Caduti, al Passetto di Ancona. Non c’è pace per il simbolo per eccellenza della città. La scritta sembrerebbe recentissima e forse realizzata con della vernice nera.
A fare l’amara scoperta, qualche giorno fa, sono stati alcuni residenti della zona. Non più le solite scritte apparentemente prive di senso sulle colonne del Monumento ai Caduti del Passetto, ma un gesto ben più grave, fatto forse con la vernice. Una macchia vistosa che non può passare inosservata.
Il Monumento – lo ricordiamo – era stato già ripulito in modo approfondito e accurato da AnconAmbiente, la ditta locale di nettezza urbana. Era il 9 marzo quando l’idropulitrice Ghibli era stata usata per rimuovere le scritte dal Monumento simbolo di Ancona. Quel giorno, assieme agli operatori ecologici parteciparono anche l’assessorato alle manutenzioni del Comune e la Soprintendenza.
Si erano spesi migliaia di euro – soldi dei contribuenti, chiaramente – e poi la furia dei teppisti era tornata a fare danni, a distanza di circa 20 giorni da quel 9 marzo 2022. Ancora scritte, ancora falli, ancora nomi e cognomi sulle colonne del Monumento, che potrebbero essere la firma degli ipotetici vandali.
La Polizia, nella sua quotidiana attività di controllo e di monitoraggio del territorio, aveva fermato due giovani il primo giorno di giugno. Il personale delle volanti doriche, infatti, mentre procedeva ai controlli nella zona del Passetto, obiettivo sensibile in occasione della celebrazione della Festa della Repubblica – che si sarebbe tenuta l’indomani (2 giugno) – notava il fare sospetto di due ragazzini presenti vicino l’altare del Monumento. Uno di questi, nel contempo segnalato agli operatori da alcuni passanti, stava imbrattando con un pennarello la parete del colonnato.
Alla vista degli agenti, il ragazzino cercava di allontanarsi dal luogo ma veniva fermato, così come il suo compagno. Entrambi, di età inferiore ai 14 anni e di origine straniera, venivano identificati insieme alle loro madri, presenti sul posto.
Le genitrici, sull’accaduto, esprimevano tutto il loro rammarico per non essersi accorte di quanto i loro figli stessero facendo, sottraendosi al loro controllo, rendendosi disponibili a risarcire il danno.
Al momento, non si conosce se siano stati i due teppistelli a scrivere quel gigantesco «mi manchi», ma certo è che la scritta in questione, che dà sul lato del Viale della Vittoria, ai piedi del bastione centrale del Monumento, sembra freschissima e per di più realizzata con una vernice o qualcosa di simile. Ad aiutare nelle indagini, potrebbe essere la videocamera di sorveglianza posizionata su belvedere Virna Lisi, che pare puntare dritta proprio sul Monumento.