ANCONA – «Noi lavoratori ci troviamo in seria difficoltà, la nostra età media è intorno ai 48 anni e non riusciamo facilmente a trovare un’altra occupazione, inoltre rimetterci in gioco non è semplice». Alessandra Guiso, una degli 89 dipendenti Carrefour di Camerano rimasti senza lavoro dopo la chiusura dell’ipermercato, esprime la preoccupazione che la accomuna ai suoi colleghi.
Il punto vendita ha chiuso i battenti il 31 marzo, dopo un solo mese di preavviso ai dipendenti, dando così avvio ad una nuova vertenza in un territorio, l’Anconetano, che aveva già subito la chiusura dell’Auchan rilevato da Conad e della logistica Xpo.
Nei giorni scorsi nel tavolo di confronto tra sindacati, Regione e Comune di Camerano, è emerso un interessamento alla struttura da parte di un imprenditore locale, anche se per ora «non c’è niente di concreto», puntualizza il sindaco di Camerano Annalisa Del Bello, che mantiene il più stretto riserbo sulla questione. Il fondo francese proprietario dello stabile sta conducendo una analisi sulla struttura «per rimetterla in gioco» spiega il primo cittadino: al vaglio potrebbero esserci lavori di ristrutturazione dell’area, prima di concederla in affitto.
«Siamo fiduciosi – spiega Del Bello- , la speranza è che la struttura si rimetta in moto, dal momento che si trova in una zona appetibile dal punto di vista commerciale». Nei pressi del centro commerciale le Grotte Center infatti oltre ad esserci il colosso svedese Ikea e il nuovo polo logistico di Amazon, c’è uno snodo stradale che vede anche l’uscita dell’A14.
Tra i dipendenti però c’è scoraggiamento. La maggior parte di loro ha accettato l’incentivazione all’esodo e sarà in Naspi per due anni, ma a partire dal terzo mese l’assegno di disoccupazione verrà decurtato del 3% in ogni mensilità, per cui trovare un nuovo lavoro è il loro obiettivo.
«Mi sono già rivolta a due agenzie interinali – racconta Alessandra – ma nonostante un curriculum di tutto rispetto, mi hanno risposto che cercano giovani, e anche se noi a questa età abbiamo una professionalità, siamo tagliati fuori dal mercato del lavoro. Siamo lontani dalla pensione e difficilmente ricollocabili, non so come potremo risolvere questa situazione».
Alessandra Guiso lavorava al Carrefour dalla sua apertura, nel 2003, e ne aveva curato anche l’allestimento: «L’ho visto nascere questo supermercato – spiega con amarezza -, ho partecipato alla sua apertura e dopo 18 anni ho dovuto disallestirlo. Siamo entrati che eravamo giovani e avevamo tanta voglia di fare, tanta energia, mentre adesso ci troviamo in questa situazione. La nostra speranza è che le istituzioni, su cui confidiamo, ci aiutino e che la Regione intervenga, perché chiusi noi a catena potrebbero chiudere anche gli altri negozi».