ANCONA – Via la mascherina all’aperto dal 28 giugno in zona bianca. Lo ha deciso il ministro della Salute Roberto Speranza dopo il parere del Comitato Tecnico Scientifico.
Da lunedì prossimo, quando tutte le regioni saranno in zona bianca, inclusa la Valle d’Aosta, l’unica ancora in fascia gialla, quando ci si trova all’aperto si potrà stare senza la protezione facciale, ovviamente rispettando il metro di distanziamento personale.
Per chi è ancora raccomandata?
La mascherina deve ancora essere indossata invece dai soggetti fragili ed immunodepressi, inoltre è obbligatorio l’impiego per tutti, non solo i fragili, in caso di assembramento come mercati, fiere, code.
Dove si indossa ancora?
Nei luoghi al chiuso, come uffici, negozi, bar e ristoranti (quando ci si sposta all’interno del locale ad esempio per andare in toilette).
Si deve indossare anche alla fermata del bus, a bordo dei mezzi di trasporto (treni, pulmann, taxi aerei), al check-in dell’aeroporto, quando ci si reca a fiere e mercati, a pachi tematici, dal parrucchiere, dall’estetista, allo stadio.
Obbligatoria ancora in tutte quelle situazioni in cui ci possono essere assembramenti. In ogni caso la mascherina va sempre portata con se così da indossarla all’occorrenza nei luoghi al chiuso.
Sarà facile per tutti toglierla?
Se da un lato c’è sempre stata una parte della popolazione “resistente” ad indossare la mascherina e che dunque non vede l’ora di liberarsi di questa “zavorra”, dall’altra parte ci sono anche persone che potrebbero fare fatica a rinunciare a questo schermo protettivo nei confronti del mondo. Insomma «non sarà facile per tutti».
La psicoterapeuta familiare Alessia Tombesi spiega che saranno soprattutto le persone più ansiose e preoccupate per la loro salute che potrebbero avere una certa resistenza nel togliere la protezione facciale. Accanto a queste ci sono poi «gli adolescenti che hanno l’apparecchio ai denti o che sono affetti dall’acne: per loro la mascherina è diventata una sorta di protezione da quelli che percepiscono come “difetti” e dai cambiamenti nel loro corpo che fanno fatica ad accettare».
Insomma ci sarà una parte della popolazione che «farà resistenza, un po’ come accaduto dopo il lockdown quando dopo un lungo inverno di chiusura è stato il momento di tornare ad una certa normalità. Alcune persone si sono sentite protette dalla chiusura nei confronti di quelle dinamiche che caratterizzano il mondo esterno, come la socialità ed alcuni hanno fatto fatica a ripartire».