ANCONA – Studi di ricerca, laboratori, coinvolgimento dei giovani e delle comunità del quartiere Archi, e poi il racconto delle storie caratteristiche delle diverse culture che vivono nel quartiere. È il cuore di “Viaggi a casa nostra” il progetto lanciato dall’associazione Arcopolis per favorire l’integrazione armoniosa delle comunità degli Archi di Ancona.
L’iniziativa è stata presentata alla Mole Vanvitelliana alla presenza della sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, dell’assessore alla Protezione civile del Comune di Ancona Stefano Foresi, e dell’assessore alla Cultura Stefano Marasca. «Come amministrazione – ha detto la sindaca Mancinelli – abbiamo aiutato Arcopolis fin da subito, anche economicamente, perché è fondamentale abbellire mura, edifici e vie grazie ai fondi del Bando Periferie, ma è altrettanto fondamentale costruire relazioni e arricchire la vita di comunità».
«Per trasformare assieme alle persone, e non dall’alto, non secondo schemi prefabbricati, serve questa mobilitazione. Sosteniamo il progetto con due assessorati e con il team della Mole» ha concluso Mancinelli.
«l progetto Viaggi a casa nostra – spiega Silvio Boldrini, presidente di Arcopolis – è un progetto sperimentale nel quale ipotizzare, realizzare e generare nuovi modelli di un comunità più adatti alla complessità del mondo di oggi. In questo senso il lavoro che stiamo portando avanti nel rione degli Archi potrebbe diventare un esempio anche per altri quartieri o città. In un momento storico sempre più incerto segnato dal covid e ora anche dalla guerra, diventa fondamentale proporre percorsi nei quali dare valore all’individuo attraverso l’ascolto, il racconto e l’incontro».
Dieci famiglie del quartiere nei prossimi mesi racconteranno la propria storia agli altri residenti degli Archi, un momento di scambio e di arricchimento culturale il cui obiettivo è quello dell’integrazione. Nel quartiere multietnico i primi ad arrivare furono i pescatori civitanovesi e lampedusani, ma negli anni la zona si è arricchita di famiglie di origine albanese, tunisina, peruviana, bengalese e senegalese.
Dalle narrazioni nasceranno opere di arte urbana, che impreziosiranno il quartiere colorandolo di mille sfaccettature, specchio di quella multiculturalità presente agli Archi, che rappresenta la peculiarità e la forza del quartiere. I laboratori che uniranno le diverse culture coinvolgeranno anche la scuola elementare “Leonardo Da Vinci”, partner del progetto e la sede di Arcopolis “Casa Nostra”. Poi le opere e gli elaborati realizzati troveranno la loro giusta cornice nella “Festa de Ni Archi-insieme oltre le barriere” che si terrà sabato 4 Giugno nella piazza antistante la chiesa del Santissimo Crocifisso. Ma l’obiettivo di Arcopolisi è quello di raccogliere le storie per realizzarne una pubblicazione di fiabe sulla cultura delle famiglie dei pescatori con la collaborazione della professoressa Grazia Cotoloni.