ANCONA – Dopo una stagione, quella del 2023, che ha visto numeri in calo, il mondo del vino «guarda con fiducia al futuro». A fare il punto della situazione è Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vino (Imt). L’anno scorso al calo produttivo legato all’infezione fungina da peronospora, si è aggiunto anche «un calo dei consumi attorno al 3% rispetto al 2022» spiega.
Un calo, dipeso «dalla crisi economica e dall’inflazione che frenano i consumi delle famiglie, riducendo il potere d’acquisto». I produttori di vino, dal canto loro, hanno risentito anche «della stretta del sistema creditizio, con tassi di interesse arrivati al 10%, e dell’incremento dei costi di produzione legati ai rincari delle materie prime, come bottiglie, cartone per il confezionamento, tappi, plastica».
Criticità che si sono sommate ai danni prodotti dalla peronospora, nonostante un quadro complicato da diversi fattori, «la situazione alla fine si è rivelata meno critica del previsto. L’export positivo ha aiutato a frenare le perdite» spiega. «Il calo maggiore sul fronte dei consumi si è registrato nella catena della grande distribuzione – prosegue – , in questo le Marche sono state avvantaggiate in quanto vendono poco nel canale della Gdo».
I vini marchigiani vengono commercializzati soprattutto attraverso tre canali: la vendita diretta, la vendita di prossimità e la catena dei distributori che riforniscono bar e ristiorazione. Oltre all’export le perdite sono state contenute anche «dal leggero incremento del turismo registrato nelle Marche dove nel 2023, dato Bit, hanno transitato 11milioni di persone». Insomma «poteva andare peggio» spiega Mazzoni.
Nel 2024 spiega, il Piano di sviluppo rurale della Regione Marche prevede finanziamenti per eventi promozionali all’interno dell’Unione Europea di 1.400.0000 euro, mentre l’Ocm, Organizzazione comune di mercato promozione dei paesi terzi preve risorse per 799.813,64 euro (Usa Canada Giappone Svizzera e Regno Unito).
«Siamo ottimisti che il 2024 vedrà una ripresa – dice Mazzoni – l’inflazione in calo e il Pilo in crescita secondo le previsioni, dovrebbero riportare liquidità nelle tasche delle famiglie e quindi in conseguenza un aumento dei consumi. Il mondo del vino è abituato a soffrire – aggiunge – gennaio e febbraio sono mesi di ripartenza, da marzo in poi prenderanno avvio le grandi fiere (tra le quali Ville de Paris e Vinitaly, ndr), lì potremo avere più chiaro quello che sarà il trend». Tra le incognite, il clima e le guerre (Ucraina e Mar Rosso).