ANCONA – Rinnovato e ampliato il protocollo d’intesa per la collaborazione a difesa delle vittime di violenza di genere tra la Questura di Ancona e l’associazione “Donne e Giustizia”. Il documento è stato siglato da remoto nella giornata di oggi, 8 marzo, in contemporanea dal Questore di Ancona Giancarlo Pallini e dalla presidente dell’associazione “Donne e Giustizia” di Ancona Roberta Montenovo, una data altamente simbolica perché proprio oggi si celebra la Giornata Internazionale della Donna.
«Con la sottoscrizione dell’intesa si è ulteriormente rafforzato l’impegno della Questura di Ancona e dell’Associazione a sostegno delle donne vittime di violenza di genere per un risolutivo intervento nell’ambito delle rispettive competenze – si legge in una nota stampa diramata dalla Questura dorica -. La Polizia, da sempre accanto a chi ha bisogno, ha voluto dare proprio oggi un segno tangibile della sua vicinanza e presenza». In ballo ci sono campagne di sensibilizzazione da attuare in collaborazione nel corso dell’anno.
All’interno della sede della Questura è stata piantumata una mimosa in segno di vicinanza della Polizia di Stato alle donne vittime di violenza. Il primo protocollo era stato siglato nel 2013 per il reato di stalking dall’allora Questore Stefano Cecere, ma con le modifiche normative che si sono succedute nel tempo, fra le quali legge sul femminicidio introdotto nel 2013 e il “Codice Rosso” nel 2019, la Questura ha pensato bene di ampliare il raggio di azione dell’intesa rafforzandola.
«Siamo molto felici di questa iniziativa – dichiara l’avvocato Roberta Montenovo -. Con la pandemia la violenza di genere è un fenomeno in forte crescita, che vede una recrudescenza non solo delle azioni violente, ma anche dell’assuefazione verso questo fenomeno che rischia di passare quasi nell’indifferenza generale».
Da inizio anno sono 12 le donne vittime di femminicidio in Italia, un numero elevato se si considera che il dato si riferisce a soli due mesi. La presidente di Donne e Giustizia fa notare che tra le vittime «si è alzato il livello di tolleranza alla violenza anche a causa della convivenza obbligata in cui sono costrette per causa della pandemia di covid-19. Il nostro timore è che le donne abbiano maggiori difficoltà o remore a chiedere aiuto, anche a causa della situazione di crisi occupazionale».
A causa della pandemia le donne sono le più colpite sul fronte della perdita in termini occupazionali, inoltre devono districarsi tra la gestione dei figli e il lavoro a distanza, quando sono riuscite a conservarlo. «Per le donne, ora è più complicato uscire dalla spirale di violenza» spiega Roberta Montenovo, sottolineando che la perdita del posto di lavoro, ma anche la precarietà non consento a molte donne di poter essere autonome sul fronte dell’indipendenza economica e molte finiscono per restare invischiate in una trappola di violenze perché non possono fare altrimenti.
Una spirale in cui i figli sono spesso spettatori inermi e innocenti di violenze che terminano sempre in traumi e purtroppo, non raramente, in tragedia. Anche per questo l’associazione Donne e Giustizia di Ancona ha in previsione una nuova campagna informativa rivolta alle donne per spronarle a chiedere aiuto.