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Violenza sulle donne, ok alla risoluzione per il potenziamento dei centri anti-violenza

Nella seduta del Consiglio regionale di ieri, dedicata alla violenza sulle donne, la presentazione del Rapporto annuale sul fenomeno

ANCONA – «Il Rapporto annuale sulla violenza di genere rappresenta uno strumento necessario dal quale partire per affrontare un fenomeno sempre più complesso. I numeri sono il primo strumento per comprendere la portata di un fenomeno che, purtroppo, non accenna a rallentare». Così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli nella seduta del Consiglio regionale dedicata alla violenza sulle donne con la presentazione del Rapporto annuale sul fenomeno.

Dal report è emerso che nel 2021 nelle Marche 663 donne si sono rivolte ai Centri Anti-Violenza della regione, uno per provincia, 180 in più del 2020 quando erano 483. «Dobbiamo leggere questi numeri con assoluta preoccupazione e profonda consapevolezza – ha detto il governatore -. ma anche con la speranza che l’aumento del numero di richieste di aiuto corrisponda all’aumento delle donne che decidono di denunciare».

Il presidente Acquaroli ha poi ricordato «le quattro vittime che, nel corso del 2022, hanno perso efferatamente la vita nelle Marche» con «l’ultimo tragico episodio (Maria Bianchi, ndr) che risale a 48 ore fa (27 novembre, ndr) e si aggiunge al bilancio già drammatico registrato nell’anno in corso in Italia. Sono 104 le vittime nel 2022. Numeri spaventosi di vite spezzate, che coinvolgono anche il presente e il futuro di centinaia di minori. In due anni, si contano infatti 169 orfani per femminicidio, un terzo dei quali rimasto orfano anche del padre».

Il governatore ha evidenziato che quello della violenza sulle donne, è un fenomeno che non accenna a rallentare e che si manifesta sotto moltissime forme, «di cui l’omicidio resta la più ingiustificabile e orrenda punta dell’iceberg. Violenza fisica, violenza psicologica, violenza sessuale, violenza economica, molestie e stalking, revenge porn, fino ad arrivare alle violenze legate a tratta e sfruttamento, stupro di guerra, mutilazioni».

Secondo Acquaroli l’attenzione delle istituzioni «deve essere sempre maggiore, per isolare un dramma che ancora troppo spesso condiziona le vite di tante persone e l’intera società. Le istituzioni devono continuare ad investire in questa direzione, ad indagarne le cause, implementare le norme e gli strumenti di prevenzione, proteggere e sostenere le donne che denunciano, sensibilizzare profondamente, affinché mai più nessuna donna possa subire alcuna forma di violenza, di discriminazione, di ricatto».

«Per arginare questo fenomeno – ha concluso ricordando le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa- serve un atto culturale. La società veramente pretende che il rispetto di una donna non abbia eccezioni. Un reato commesso nei confronti di una donna, perché ella è una donna, è un abominio nel senso vero del termine. Non bisogna offrire alibi, non bisogna mai offrire vie di fuga. Quando si uccide una donna, bisogna dire è stata uccisa senza ragione una donna, cominciamo a dire questo e avremo fatto un passo avanti».

Risoluzione per potenziamento Cav, inserimento lavorativo e supporto minori

Nel corso della seduta, è stata approvata all’unanimità una risoluzione che punta al potenziamento dei centri antiviolenza, all’inserimento lavorativo per le donne e al supporto per i minori. L’atto nell’esprime «sdegno e ferma condanna verso ogni azione di violenza fisica, verbale e psicologica nei confronti delle donne» chiede un maggior raccordo fra scuola, servizi territoriali e consultori familiari e impegna presidente e giunta regionale ad attivarsi e a sollecitare tutti i livelli istituzionali per potenziare la presenza sul territorio marchigiano di una rete omogenea dei centri antiviolenza e delle case rifugio, con adeguate risorse economiche, anche per continuare garantire personale adeguatamente formato.

La risoluzione guarda anche ai minori vittime di violenza assistita e agli orfani a causa dei femminicidi verso i quali chiede di prevedere interventi di sostegno, mentre in relazione agli uomini maltrattanti guarda al recupero. Centrale l’educazione all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado, la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere. Tra le richieste anche iniziative per supportare l’occupazione e l’autosufficienza delle donne in modo da ridurre la dipendenza economica del partner e l’attivazione e l’implementazione di forme d’inserimento lavorativo agevolate in favore delle donne vittime di violenza, politiche di prevenzione, mediazione e composizione dei conflitti, con particolare riferimento all’ambito familiare.

Marta Ruggeri, capogruppo Movimento 5 Stelle

La risoluzione approvata nasce su impulso della proposta della capogruppo del M5s, Marta Ruggeri. «Ora la giunta marchigiana è impegnata ad attuare una serie di azioni, che mirano a realizzare una migliore prevenzione della violenza sulle donne e una più efficace rete di sostegno per le vittime ha detto Ruggeri -. Si cominci dunque dal potenziare in tutta la regione i centri antiviolenza e le case rifugio, stanziando adeguate risorse economiche e continuando a formare personale preparato».

Secondo la consigliera «sono da potenziare sia i servizi per recuperare uomini responsabili di maltrattamenti oppure abusi sia i percorsi scolastici per educare i giovani all’affettività e alla parità di genere. Bisogna agevolare l’inserimento lavorativo e l’autosufficienza delle vittime, così che possano sottrarsi all’eventuale dipendenza economica dal partner, una subdola sopraffazione. La giunta regionale è infine impegnata a promuovere politiche di prevenzione, mediazione e composizione dei conflitti soprattutto in ambito familiare».

«Il Rapporto sulla violenza di genere nelle Marche – ha aggiunto – rileva quattro femminicidi nel 2020, un altro nel 2021 e purtroppo altri ancora quest’anno. Nel 2021 si sono inoltre rivolte ai centri antiviolenza 663 donne, 180 in più rispetto al 2020, delle quali 489 italiane. Sempre l’anno scorso erano 205 le donne che hanno ricevuto assistenza nei pronto soccorso per traumi di vario genere e diagnosi di violenza; 744 sono state invece seguite dai consultori per casi di abuso e maltrattamenti, tra di loro 306 minorenni, pari a oltre il 10 per cento in più rispetto al 2020».