Ancona-Osimo

Violenza di genere in aumento. Il procuratore generale Rossi: «La repressione da sola non basta, educare i giovani»

Sette i femminicidi avvenuti nelle Marche, contro i 3 dell'anno precedente (+133%), 478 i procedimenti penali per stalking contro 461 dell'anno prima (+4%). I dati illustrati dal procuratore generale presso la Corte d'Appello

Il procuratore generale presso la Corte d'Appello Roberto Rossi

ANCONA – La violenza di genere «è una emergenza a cui rispondiamo con l’arma della repressione» ma i dati mostrano che questa «da sola non è sufficiente ad arginare il fenomeno», occorre «educare al rispetto della donna e della sua libertà». Lo ha detto il procuratore generale presso la Corte d’Appello Roberto Rossi parlando con i giornalisti ai quali ha illustrato i dati statistici del Distretto delle Marche circa i procedimenti relativi alla violenza di genere relativi al periodo 1° luglio 2022 – 30 giugno 2023.

Nonostante «un’azione repressiva puntuale ed efficace del Distretto delle Procure delle Repubbliche e delle forze di polizia, non si riesce a invertire il trend che è in leggero, ma costante aumento per femminicidi e stalking». Le misure messe in atto (coercitive e cautelari) , 282 quelle richieste nel corso dell’anno dalle procure del distretto, la violenza di genere non accenna a diminuire e i dati mostrano un «preoccupante aumento del fenomeno» ha sottolineato il procuratore generale Rossi: 7 i femminicidi avvenuti nelle Marche, contro i 3 dell’anno precedente con una crescita del +133%, 478 procedimenti penali per stalking contro 461 dell’anno prima (+4%). I procedimenti per violenza di genere (maltrattamenti, violenza sessuale) passano da 1761 agli attuali 1705 (-3%).

A crescere sono anche i dati del circondario di Ancona: i maltrattamenti contro le donne passano da 351 a 379, gli stalking da 107 a 125, e si registrano 63 procedimenti per violenza sessuale. Preoccupante anche il dato relativo ai procedimenti penali aperti dalla Procura a carico di minorenni per violenza sessuale (16) in alcuni casi anche di gruppo. Numeri che secondo il procuratore generale Rossi sottolineano la necessità di educare le giovani generazioni. I giovanissimi già a 9 – 10 anni hanno un telefonino e si collegano ai social network e al web, per questo ha spiegato serve «un cambiamento importante di mentalità a tutti i livelli, soprattutto nei giovani».

Una sfida, l’educazione delle giovani generazioni, di cui «non si vede una rapida soluzione». Preoccupanti, ha aggiunto, anche i dati sulla pedofilia e la pedopornografia, che contano 20 casi di abusi compiuti da minori (molestie, diffusione di materiale pedopornografico) in un territorio, come le Marche non degradato come altre zone italiane: «L’equazione violenza minorile – degrado sociale non è più valida» ha fatto notare Rossi. Per il procuratore generale occorre «estirpare questa mentalità inconcepibile per il nostro Paese, secondo la quale la donna è una proprietà che non si può sottrarre» sulla quale «l’uomo esercita un diritto proprietario-possessorio, alla violazione del quale risponde in modo violento» serve una «educazione rivolta ai maschi».

In un passaggio del suo intervento ha fatto riferimento al femminicidio di Giulia Cecchettin, la giovane di Vigonovo di cui proprio oggi si celebrano le esequie, un caso, quello della studentessa universitaria, che «ha commosso il Paese» e suscitato una «presa di coscienza. Il caso di Giulia ha segnato risveglio delle coscienze» ha detto. Il procuratore ha sottolineato il massimo impegno massimo delle procure e delleforze di polizia contro la violenza di genere.