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Violenze sulla ex incinta e minacce all’assistente sociale: «Faccio saltare in aria il Comune»

Condannato un 44enne campano residente ad Osimo. L'uomo dovrà scontare una pena di dieci mesi per stalking e minacce a pubblico ufficiale. Per due anni avrebbe reso la vita un incubo ad una 32enne che si è rifugiata in una casa famiglia

ANCONA – Picchiata quando era incinta per farsi dare i soldi che utilizzava per comprare la dorga e costretta a dargli metà dell’assegno per il bonus bebè quando il bambino era nato. Due anni di convivenza da incubo per una 32enne originaria del Veneto, con un uomo più grande di lei di 12 anni che oggi è stato condannato a dieci mesi di carcere per stalking e minacce contro la compagna. Lui è un campano di 44 anni, residente ad Osimo, accusato e condannato anche per minacce a pubblico ufficiale contro un’assistente sociale di Loreto che seguiva il nucleo familiare. In un episodio si era rivolto con fare minaccioso anche contro i servizi sociali ed educativi del Comune di Ancona. «Faccio saltare in aria il Comune», era arrivato a dire. All’uomo era stata contestata pure l’estorsione contro la ex convivente e i maltrattamenti in famiglia. Per questi due reati però è stato assolto (il pm Andrea Laurino aveva chiesto la condanna per tutti i capi di imputazione).

I primi episodi della difficile convivenza tra la 32enne e il suo compagno, iniziano nel 2014, ad Osimo, dove abitavano entrambi, e sarebbero proseguiti per due anni. Lei, stando all’accusa, avrebbe subito ripetute vessazioni fisiche e morali, da parte dell’uomo che l’avrebbe minacciata per farsi dare i soldi che poi spendeva per consumare droga in casa. «Vai a fare la vita di strada», le avrebbe detto più volte il compagno, malmenandola. Le botte sarebbero continuate anche quando la 32enne è rimasta incinta. Con la nascita del bambino gli episodi non sarebbero diminuiti ma sarebbero proseguiti anche in presenza del minore. L’uomo era arrivato a pretendere la metà dell’assegno che il nucleo familiare prendeva come bonus bebè, per la crescita del bambino. Dalla 32enne si sarebbe fatto dare 80 euro al mese, su un totale di 160 euro, che avrebbe poi speso giocando a carte e comprando droga. Nel 2016 il tribunale è intervenuto sul nucleo familiare sospendendo la potestà genitoriale ad entrambi e collocando la donna con il bambino in una casa famiglia, allontanandoli dall’uomo violento. Il campano avrebbe così iniziato a fare stalking alla sua ex compagna, tempestandola di telefonate e di sms. Sempre stando alle accuse, il 44enne avrebbe minacciato una assistente sociale di Loreto che seguiva la donna, ritenendola responsabile della separazione da lui. «Faccio un macello, ti ammazzo», le avrebbe detto, presentandosi sul posto di lavoro della dipendente. Analoghe minacce sarebbero state rivolte ai servizi sociali del Comune di Ancona.

Questa mattina, davanti al gup Paola Moscaroli, il 44enne è stato condannato a dieci mesi per stalking e minacce contro la 32enne e per minacce contro l’assistente sociale, con il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica che ha evidenziato un disturbo della personalità con capacità di intendere e di volere grandemente scemata. Difeso dall’avvocato Matteo Bettin, il legale ha già annunciato il ricorso in appello. La ex compagna si è costituita parte civile nel procedimento chiedendo un risarcimento danni di 37mila euro.