ANCONA – Per le vongolare delle Marche nuova proroga dell’assetto dei compartimenti di pesca attualmente in vigore. Questa volta il Consiglio regionale ha varato una proroga di sei mesi (fino a fine dicembre 2023) anziché di un anno. «È una situazione che va avanti dal 2009» dice Domenico Lepretti, presidente del Co.ge.vo, il consorzio per la gestione e la tutela della pesca dei molluschi bivalvi, che lamenta un susseguirsi di proroghe, la penultima quella fino al 30 giugno 2023, prorogata ulteriormente nella seduta di martedì del Consiglio regionale fino a fine 2023.
Ai vongolari anconetani gli attuali confini di pesca non vanno giù. Il 2 ottobre del 2002 con un decreto ministeriale era stato individuato un subcompartimento di pesca tra il fiume Chienti e le Due Sorelle, una suddivisione, che secondo i vongolari dorici aveva finito per discriminarli accontentando i colleghi di San Benedetto del Tronto. Da lì ha preso avvio una guerra che ancora prosegue e che vede lo scontro giocarsi sui confini territoriali. I vongolari anconetani da tempo chiedono che si arrivi ad una nuova ripartizione territoriale attraverso una legge regionale, una richiesta che però è rimasta sul tavolo da oltre 10 anni. Nel subcompartimento tra il Chienti e le Due Sorelle erano state trasferite come competenza 25 imbarcazioni di San Benedetto (su 83) e 19 di quelle anconetane (su 74).
Il Co.ge.vo aveva presentato ricorso accolto poi dal Tar, che aveva ridefinito i confini di pesca del subcompartimento fissandoli dal Chienti fino a circa 1,1 km sopra il Potenza, un’area individuabile nei pressi della Torre dei Salesiani a Porto Recanati. La battaglia va ancora avanti e i vongolari chiedono alla Regione di scrivere la parola fine sulla questione. Chiedono certezze, stanchi delle proroghe.
«In Italia abbiamo il piano vongole – dice Domenico Lepretti – per noi è un vangelo e proprio nel primo articolo è previsto un consorzio per ogni compartimento. Ilo nostro compartimento di Ancona, va dal Cesano fino al Chienti, ma a livello sperimentale il ministero aveva messo 25 barche di San Benedetto e 19 di quelle di Ancona nel subcompartimento, ma questa situazione non ha funzionato. Il Tar ci ha dato ragione, dando però la competenza alla Regione che però non ha mai legiferato lasciando la cosa nel limbo. Non si può andare avanti così, sono 20 anni che questa situazione non si risolve».
A complicare la situazione è «la mancanza di un confine naturale del subcompartimento», spiega Lepretti, che il Tar nel 2009 ha ridefinito dal Chienti fino a circa 1,1 km sopra il Potenza, ovvero fino alla Torre dei Salesiani a Porto Recanati. Adesso con la proroga di sei mesi, anziché un anno la giunta Acquaroli «ha voluto dare un segnale di volerci mettere mano entro sei mesi, speriamo di non arrivare al 31 dicembre, ma di metterci mano prima e di trovare un accordo». Il problema principale per cui «il compartimento di San benedetto era in crisi è perché non aveva il prodotto – sostiene Lepretti -. Adesso c ‘è stata una ulteriore evoluzione rispetto a 20 anni fa perché adesso il decreto del dicembre 2017 stabilisce che possiamo pescare 400 kg di vongole anziché 600 e pescare 4 giorni invece di cinque e quindi, diminuendo sia le giornate che il quantitativo, ogni compartimento può lavorare, per cui si può ristabilire la situazione di prima».
Lepretti spiega che accanto al quadro di incertezza sui confini di pesca, i vongolari sono alle prese con un nuovo e ulteriore problema, quello del calo delle vendite: «Non riusciamo più a vendere vongole, non c’è richiesta, peschiamo solo due giorni a settimana anziché quattro e invece di 400 kg ne peschiamo 200, per cui c’è stata una ulteriore contrazione. La nostra è una situazione molto ingarbugliata che i governi precedenti si sono passati di mano, se non ci metterà mano il presidente Acquaroli questa storia non finirà mai».