ANCONA – Parrucchieri, estetiste, negozi di abbigliamento e centri estetici, con il passaggio delle Marche in zona arancione dal 6 aprile sono tornati a rialzare le saracinesche dopo quasi un mese di chiusura. Tra voglia di normalità e qualche mal di pancia legato alle perdite di fatturato, la riapertura era molto attesa anche dai clienti che sono tornati a riempire i negozi e le attività, dopo una Pasqua trascorsa in lockdown.
«Abbiamo riaperto in zona arancione – afferma Ubaldo Traini, titolare del negozio di abbigliamento Tutti i Tipi nel parco commerciale CargoPier di Osimo -, la gente si muove ma non è ancora una situazione di normalità, più che una zona arancione mi sembra una zona rossa sbiadita».
Il negoziante rimarca che a penalizzare i fatturati della sua attività è stato anche il fatto che, essendo collocata in una struttura classificata come parco commerciale, deve tenere le serrande abbassate anche in zona arancione nelle giornate del sabato e della domenica, come previsto dal Dcpm «nonostante il nostro negozio abbia ingresso e uscita indipendenti: una misura che ci sembra pretestuosa, assurda e immotivata scientificamente».
Il paradosso, come sottolinea è che mentre il suo negozio deve restare chiuso altri centri commerciali, anche di dimensioni più importanti, possono restare aperti. Le riaperture però fanno già respirare una boccata di ossigeno alle attività: «Un po’ di persone si sono viste – prosegue – e hanno voglia di acquistare. Abbiamo organizzato un “temporary” legato al prezzo e alla scontistica e chi entra nel negozio lo fa per acquistare. Vediamo che c’è grande voglia di tornare alla normalità e un po’ come accaduto l’estate scorsa, quando le persone avevano affollato le spiagge e i ristoranti, ora vedono l’acquisto come parte di questo ritorno alla normalità».
Il commerciante pone l’accento «sul mese di lavoro andato perso», ma sottolinea la volontà di continuare a lavorare osservando «i protocolli e le normative».
Parla di «chiusura inconcepibile ed assurda che ha alimentato purtroppo anche tanto lavoro abusivo contrassegnato da poca serietà professionalità», Mauda Galdenzi, della storica parrucchieria di Ancona ″Bruno & Mauda Galdenzi Hairstylist.
«Il nostro lavoro è indispensabile e fa parte della categoria cura e benessere della persona – prosegue – : lavoriamo ormai da un anno in sicurezza e con un protocollo super rigido». Un fenomeno, quello dell′abusivismo che rischia di penalizzare ulteriormente un comparto già provato dalle chiusure. «Con questa seconda chiusura – spiega – il lavoro sommerso ha registrato un notevole incremento, come ci riferiscono le stesse clienti».
A tornare al lavoro, dopo quasi un mese di stop, è anche il comparto dell′estetica e dei centri benessere.
«Siamo molto contente di aver riaperto, non vedevamo l’ora di tornare al lavoro» spiega Beatrice Capogrosso del Beauty Studio di Osimo.
La titolare del centro benessere ci racconta di aver ricevuto prenotazioni anche nelle giornate di Pasqua e Pasquetta, tanto da riempire l’agenda settimanale in poche ore: «Siamo molto pieni, ma ben venga». Capogrosso fa notare che il comparto delle estetiste «è sempre stato molto attento nell’applicazione dei protocolli e nella sanificazione dei locali».
Ancora chiusi invece bar e ristoranti, che continuano a lavorare con asporto e consegna a domicilio, nell′attesa di rientrare in zona gialla.