Attualità

Zona rossa da Natale alla Befana, le associazioni di categoria: «Siamo sconcertati»

Cna e Confartigianato lamentano il peso delle restrizioni imposte dal Governo centrale. La chiusura di molte attività, rischia di far saltare il tradizione giro di affari che ruota attorno alle feste

ANCONA – La zona rossa imposta per la pandemia lascia sconcertate le associazioni di categoria. Cna e Confartigianato lamentano il peso delle misure imposte, sulle attività e sull’economia, con il giro di affari legato alle feste che rischia di saltare. Il Paese sarà in zona rossa il 24, 25, 26 e 27 dicembre, poi il  31, 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio. Nei giorni a cavallo (quelli lavorativi), ovvero il 28, 29 e 30 l’Italia sarà in zona arancione. In queste date, ristoranti, bar, centri estetici e una serie di negozi dovranno restare con le saracinesche abbassate.

Parla di «promessa mancata» Graziano Sabbatini, presidente Confartigianato Imprese Ancona Pesaro Urbino: «Il governo ha perso l’occasione per far riprendere un po’ di fiducia alle attività economiche, nonostante i sacrifici chiesti con la promessa poi di maggiore libertà».

Graziano Sabbatini, presidente Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino

«Stanno dando una grande mazzata a tante attività che stavano già soffrendo tantissimo – prosegue – , i ristori non servono è una parola che non andrebbe usata. Le attività vanno indennizzate se si vuole evitare che chiudano nel 2021. Sabbatini evidenzia che la nuova stretta va a gravare su una situazione di partenza già drammatica: «Si perdono incassi e fatturato, il blocco a Natale pregiudica ulteriormente il bilancio già pessimo di questo anno; nel 2021 il rischio è che ci saranno grandi problemi di liquidità, anche per il pagamento tra fornitori».

Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona

Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona esprime forte preoccupazione: «I ristoratori ci riferiscono di ordinazioni con porzioni abbondanti per le festività, questo dimostra che le persone si stanno organizzando per radunarsi a casa anche in maniera numerosa, mentre invece le attività che sono controllate devono restare chiuse». Insomma secondo il direttore Cna «è una operazione che può produrre più danni che effetti positivi». Santini si dichiara «sconcertato» per le misure adottate: «Il mercato delle vendite natalizie si era ripreso – prosegue – e c’era un certo ottimismo, che è stato spento. Le misure non sono chiare e creano confusione e disorientamento, e questo rischia di produrre casi di incongruità in buona fede».

Il direttore Cna evidenzia che nelle Marche «non ci sono quegli assembramenti visti nelle grandi città in queste due settimane», inoltre sottolinea che nelle festività natalizie «si concentra il 30% del fatturato di molte attività» che con le restrizioni si vedrà ridotto al lumicino. «Servono soluzioni che possano attenuare la depressione diffusissima: ci aspettiamo ristori compatibili, come preannunciato».