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Ansia post Covid-19, l’Ordine degli psicologi delle Marche: «Governo e Regione stanzino risorse per il sostegno psicologico»

Il presidente Katia Marilungo: «È urgente e necessario investire maggiori risorse nei servizi psicologici e scongiurare il rischio di un aumento dei casi di disagio mentale nei prossimi mesi»

ragazza, ansia, finestra
Foto di Free-Photos da Pixabay

Disturbi d’ansia, depressione, somatizzazioni, stati dissociativi. Sono questi i principali sintomi e le relative emergenze riscontrate nella popolazione dagli psicologi marchigiani nei quasi tre mesi di emergenza Covid-19.

«E purtroppo lo scenario futuro non promette miglioramenti – spiega Katia Marilungo, presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche -: anche a causa della crisi economica, dall’avanzare del disagio sociale ma anche dal non completo ritorno alla normalità, il quadro non fa che peggiorare e se non verranno tempestivamente attuati interventi e misure preventive incisive in termini di benessere psicologico potrebbe essere davvero troppo tardi».

Marilungo aggiunge: «Ad oggi sono ben 200 gli psicologi marchigiani che hanno aderito al progetto del Gores (Gruppo Operativo Regionale per le Emergenze Sanitarie) e della Protezione Civile della Regione Marche e che hanno offerto gratuitamente la loro professionalità e il loro tempo per aiutare i cittadini in difficoltà in questo particolare momento, rispondendo alle richieste di sostegno psicologico pervenute al Numero Verde dedicato. E numerosi sono stati anche i colleghi professionisti che attraverso associazioni, enti, cooperative e su iniziativa personale hanno attivato sportelli on-line gratuiti e che ancora oggi sono a disposizione della cittadinanza. A tutti loro va la nostra gratitudine, ma non possiamo continuare a chiedere un altro sforzo così grande agli psicologi marchigiani».

Ed ecco la richiesta del presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche: «Servono fondi e servono politiche a favore del sostegno psicologico alla persona: i colleghi del servizio pubblico sono allo stremo e da troppo tempo ormai riscontriamo un sotto organico di psicologi all’interno dei servizi sanitari nazionali. Senza contare che anche il tempo e l’energia dei volontari ha un limite. Servono impegno e azioni concrete a livello istituzionale e una visione che si allineai al concetto di salute dell’OMS e includa la salute psicologica tra le priorità sanitari».

Le nostre abitudini e soprattutto le nostre relazioni sociali sono state radicalmente modificate durante tutto il periodo del lockdown e purtroppo sappiamo molto bene che l’emergenza coronavirus ha influito e influirà notevolmente sulla psiche dei cittadini. A dimostrarlo è stato anche l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite pubblicato dall’Oms in materia, ma anche i tanti studi e ricerche che proprio in questi giorni vengono pubblicati sugli effetti devastanti del Covid-19 sul nostro benessere psicologico.

Secondo i dati pubblicati dal Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, 8 italiani su 10 ritengono che il ricorso allo psicologo possa aiutare a gestire questa fase e richiedono che il sistema pubblico assicuri assistenza psicologica. In particolare, la quasi totalità degli italiani richiede a gran voce la presenza di psicologi negli ospedali (90%), nelle strutture per anziani (87%), nei servizi sociali (84%), in aiuto ai medici di famiglia e nell’assistenza domiciliare (79%), in aiuto agli studenti (73%), nei luoghi di lavoro (72%). Inoltre il 62% pensa che avrà bisogno di un supporto psicologico per affrontare la normalità, quando prima dell’emergenza coronavirus, solo il 40% degli italiani si era rivolto ad uno psicologo per sé o per altri membri della famiglia.
Infine, 7 italiani su 10 ritengono che debbano essere attuate al più presto strategie di prevenzione psicologica a livello collettivo.

«Se la quarantena è stata un momento transitorio della nostra vita – dice Katia Marilungo – ora sono la paura e l’incertezza del nostro futuro a renderci ancora più fragili. Il tanto decantato “ritorno alla normalità” non ci sarà mai: nulla sarà più come prima, ma nessuno sa come sarà. Il cambiamento così repentino a cui ognuno di noi si è dovuto adattare in così poco tempo ha senz’altro portato a conflitti interiori che hanno generato una sofferenza psicologica. Problematiche che non possiamo sottovalutare e per cui purtroppo è facile prevedere nel prossimo futuro un aumento degli esordi psicopatologici, dei problemi connessi alle dipendenze, all’integrazione, alla convivenza a più livelli, ma anche a un possibile aumento di suicidi».
E conclude: «A fronte di questo scenario, è chiaro a tutti come sia urgente e necessario investire maggiori risorse nei servizi psicologici e scongiurare il rischio di un aumento dei casi di disagio psicologico nei prossimi mesi. Ad oggi il Governo non ha fornito fino a questo momento risposte adeguate non prevedendo risorse dedicate per questa tipologia di intervento. Per questo motivo siamo a richiedere un’azione immediata e mirata in merito, affinché si possa intervenire al più presto sugli effetti psicologici che il coronavirus ha portato con sé, dando risposte concrete ai cittadini che chiedono aiuto in un momento così complicato e delicato come quello che stiamo vivendo. È necessario farlo subito prima che sia troppo tardi».