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Anziani a Fabriano: «Che vengano i carabinieri per farci andare via»

Entro pochi giorni sarà presentato ufficialmente il ricorso al Tar Marche avverso la sospensiva all’ordinanza sindacale con la quale si stabilisce la chiusura della presunta struttura protetta per anziani senza la dovuta autorizzazione in un’ala dell’Hotel Gentile

I familiari degli anziani ospiti dell'albergo fabrianese
I familiari degli anziani ospiti dell'albergo fabrianese

FABRIANO – Entro pochi giorni sarà presentato ufficialmente il ricorso al Tar Marche avverso la sospensiva all’ordinanza sindacale con la quale si stabilisce la chiusura della presunta struttura protetta per anziani senza la dovuta autorizzazione in un’ala dell’Hotel Gentile a Fabriano. Un ricorso necessario, secondo i familiari dei 33 anziani che sono tutti al fianco della cooperativa, per cercare di evitare la tagliola di fine dicembre, esattamente il 28 dicembre. Quando, cioè, secondo l’ordinanza firmata dal sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, gli ospiti della presunta struttura dovranno abbandonarla.

Ieri pomeriggio, l’avvocato Fabio Grugnaletti, rappresentante dei familiari, ha ufficializzato la notizia del prossimo ricorso al Tar avverso l’ordinanza di chiusura firmata dal primo cittadino di Fabriano. La data ultima è fissata per fine dicembre, entro quella data le famiglie dei 33 anziani sperano di avere novità.

«Una situazione di grave disagio. Questa soluzione trovata era la migliore. Gli anziani hanno ritrovato la loro serenità e sono anche migliorati anche dal punto di vista sociale. Dunque, è stato un fulmine a ciel sereno. Non è una struttura protetta, sono ospiti dell’albergo con un’assistenza esterna da parte della cooperativa Iris. Il nostro legale, Enrico Carmenati, sta per presentare il ricorso al Tar per richiedere la sospensiva dell’ordinanza sindacale. Stiamo valutando la costituzione di un comitato dei parenti degli anziani e sperare in una novità positiva entro il 28 dicembre. Si tratta di un problema sociale».

A seguito delle parole di Grugnaletti, hanno preso la parola alcuni dei familiari dei 33 anziani, raccontando la loro esperienza, frutto delle parole dei loro familiari. «Siamo molto sconfortati da questa situazione. I nostri parenti si sono trovati, fin da subito, bene. Abbiamo assistito a gesti di professionalità e delicatezza nei confronti dei nostri parenti. Ciascuno di noi ha effettuato dei veri e propri blitz per verificare le condizioni con le quali sono trattati e siamo rimasti più che soddisfatti. Noi non abbiamo chiesto nulla alle Istituzioni, paghiamo tutto di tasca nostra. Abbiamo sottoscritto un contratto con l’hotel Gentile per il soggiorno dei nostri parenti. Quindi, c’è un’assistenza esterna, attraverso un altro contratto, con la cooperativa Iris. Tutto pagato di tasca nostra. Per quanto ci riguarda il 28 dicembre dovranno venire i carabinieri a prendere prima noi e poi i nostri familiari che, lo ribadiamo, si trovano benissimo. Gli anziani sono come bambini e non possono essere sballottati dalla sera alla mattina. Il sindaco Santarelli deve farsi carico di questa situazione. Non si può dare una tagliola di trenta giorni. Perché non possiamo essere liberi di fare ciò che vogliamo con i nostri soldi? Gli anziani vanno tutelati».

Dunque, si prospetta un vero e proprio muro contro muro. I Nas prima e l’Asur dopo hanno effettuato relazioni che hanno, quindi, spinto il sindaco di Fabriano a firmare l’ordinanza di chiusura «perché si è rilevato che nella maggior parte dei casi vi era il tipo di assistenza necessaria riconducibile a quella offerta nelle case protette, quindi quella rivolta ai non autosufficienti», come ha dichiarato il primo cittadino fabrianese per spiegare i motivi che lo hanno portato a firmare l’ordinanza di chiusura.

«Noi sappiamo di aver collocato i nostri parenti in un albergo, con un servizio esterno di assistenza, punto. Stimiamo la cooperativa per quello che sta facendo. E poi ripetiamo è una nostra scelta. Senza considerare i 25 posti di lavoro a rischio. Il nostro obiettivo è quello di rimanere compatti e non abbiamo alcuna intenzione di spostarci da qui».