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Anziani italiani meno social degli europei. L’esperto: «Tecnologia poco utilizzata anche per mentalità»

Il docente di Informatica dell’Università Politecnica delle Marche ci spiega i motivi del gap tecnologico che lascia l’Italia indietro rispetto agli altri paesi

ANCONA – Gli anziani italiani sono meno attivi sui social rispetto ai loro coetanei europei. Secondo uno studio condotto nell’ambito del progetto Ageing in a Networked Society, solo il 7% degli over 65 nel 2016 utilizzava i social network, contro il 16% di media europea. Il prof. Domenico Ursino, docente di Informatica all’Università Politecnica delle Marche, ci spiega i motivi del gap tecnologico che lascia l’Italia indietro rispetto agli altri paesi europei.

Il prof. Domenico Ursino, docente di Informatica all’Università Politecnica delle Marche,

«Il nostro paese è tecnologicamente arretrato e il fatto di utilizzare meno internet non riguarda solo gli over 65 ma tutte le generazioni, eccetto i giovani. In Italia la tecnologia viene usata poco, altrove viene fatto tutto online. Basti pensare a quanti pagamenti ancora oggi facciamo con il contante e a quanto poco si usufruisca dei servizi online degli enti pubblici, ammesso che funzionino. Il secondo motivo di questo gap tecnologico è legato al primo e riguarda la mentalità. Gli anziani sono poco propensi ad utilizzare internet e la tecnologia. Non è un problema di capacità perché durante il lockdown gli over 65, spinti da una necessità vera, hanno imparato, ad esempio, a fare le videochiamate per vedere i nipoti. Tutti, forzati da quella situazione, abbiamo appreso come utilizzare al meglio i programmi di connessione. Bisognerebbe incentivare di più l’uso della tecnologia, far capire i vantaggi come ad esempio saltare le file e avere servizi più efficaci ed efficienti».

Professore come mai c’è questo gap tecnologico rispetto agli altri paesi europei?
«È dovuto a delle scelte di risparmio sulla banda larga fatte dal Governo 15 anni fa. Oggi quindi, siamo indietro di 10 anni rispetto ai paesi nordici, a Germania, Francia e Inghilterra. Ancora più preoccupante è che i paesi asiatici ci hanno raggiunto. L’India utilizza la tecnologia più di noi. È come un cane che si morde la coda: se non si ha la tecnologia non se ne capiscono i vantaggi e non si investe. Dobbiamo sbrigarci altrimenti quando i nostri bambini saranno grandi saremo noi tra i paesi del terzo mondo».

Questo divario tra gli over 65 italiani ed europei riguarda anche l’utilizzo dei social?
«Certamente ma i social sono un discorso complesso. Non mi preoccupa che l’anziano non vada su Facebook quanto piuttosto che non utilizzi gli strumenti online a disposizione per parlare con gli enti pubblici».