ANCONA – «Il Genio Civile vigila adeguatamente da oltre sessanta anni sulla correttezza delle costruzioni pubbliche e private e rappresenta un patrimonio invidiabile di grandi esperienze che la Regione Marche, dovendo spesso affrontare emergenze sismiche, ha utilizzato efficientemente e sapientemente nel controllo del rispetto delle stesse norme sismiche sugli edifici. Per questo riteniamo costituisca un grave errore strategico privarla di questa funzione trasferendo una materia tanto delicata ad un soggetto diverso come i Comuni».
A prendere posizione è il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ancona, Alberto Romagnoli, che si rivolge con una lettera aperta ai sindaci del territorio e allo stesso Presidente dell’Anci Marche, esprimendo una posizione netta su un contenuto fondamentale della Legge sismica regionale approvata prima di Natale del Consiglio, con il passaggio delle funzioni in materia sismica alle amministrazioni comunali.
Uno sbaglio, secondo gli ingegneri dorici, che potrebbe avere pesanti ripercussioni sia sull’attività edilizia sia su quella delle amministrazioni, «cui sono state delegate sempre maggiori competenze. Siamo consapevoli – si legge nella missiva di Romagnoli – delle difficoltà incontrate nell’adempimento degli attuali compiti, dovute spesso al sottodimensionamento dell’organico».
Il numero di autorizzazioni, spiega ancora Romagnoli, sarà molto elevato ed una materia tanto importante «che incide sulla incolumità pubblica, sulla sicurezza del costruito, porta con sé un notevole carico di responsabilità anche da un punto di vista giuridico e penale, nonché la necessità di mettere a punto una struttura organizzativa a tempo pieno con tecnici di formazione e preparazione specifica di tipo sismico e strutturale».
Le perplessità degli ingegneri aumentano anche per i «potenziali aggravi dei costi per i cittadini che accederanno al servizio e per i tempi di rilascio delle Autorizzazioni sismiche». Sino ad ora, l’Ordine degli ingegneri anconetani, non ha notato prese di posizione dei sindaci in materia, elemento che porta la categoria a pensare come i Comuni ritengano di essere in grado di adempiere a queste nuove funzioni e deleghe, «anche nel rispetto dei tempi brevi che la legge regionale mette a disposizione. Non vorremmo però – conclude Romagnoli – che in tale passaggio di funzioni venga messa dura prova un’economia, quella legata all’edilizia, già colpita da una crisi economica molto lunga e sofferta».
Gli ingegneri confermano comunque massima disponibilità e supporto alle amministrazioni, assicura il presidente Romagnoli, «nell’ambito della nostra attività volta alla tutela della pubblica collettività».