GENGA – Il giovane di aquila reale ferito il 18 agosto scorso avrà giustizia. Identificato e denunciato il presunto bracconiere che gli ha sparato. Merito dei carabinieri forestali dei comandi di Fabriano e Sassoferrato che hanno condotto celermente le indagini. L’uomo di cui non sono state rese note le generalità, avrebbe sparato al rapace per impedirgli di predare le galline del pollaio.
Solo ieri, 29 agosto, il delegato regionale del Wwf, Jacopo Angelini, aveva annunciato – durante la conferenza stampa di presentazione per le iniziative organizzate per il ventennale della fondazione del Parco Gola della Rossa e di Frasassi – che al massimo entro dieci giorni, il giovane esemplare di rapace sarebbe stato liberato, dopo le perfette cure prestategli dai veterinari Alessandro Traballoni e Alessandro Colombo. Oggi, la notizia che in molti attendevano con ansia. È stato identificato e denunciato, infatti, il presunto bracconiere.
Durante una perquisizione eseguita in un’abitazione in frazione Rocchetta di Fabriano, i forestali hanno rinvenuto e sequestrato la presunta arma utilizzata per colpire al collo e alla testa la giovane aquila reale recuperata in un bosco del fabrianese, attualmente curata e custodita presso un centro di recupero del Wwf.
Le complesse indagini per trovare il responsabile del grave gesto sono state coordinate dal Sostituto Procuratore Irene Bilotta, la quale, non appena informata dai militari dell’avvenuto ritrovamento dell’arma ha disposto l’immediata perquisizione e i necessari accertamenti balistici da parte della Polizia scientifica.
Le stazioni Carabinieri Forestale di Fabriano e di Sassoferrato, sin dal rinvenimento dell’animale ferito si erano adoperate per stanare il responsabile, avviando complesse indagini volte a risalire al tipo di arma e alle munizioni usate, e mirate a comprendere il movente del grave gesto.
Le attività info investigative avevano consentito di restringere il campo di ricerca ad alcune abitazioni ed abitanti della zona, fino ad individuare una casa, poi sottoposta a perquisizione, dove i militari hanno trovato quelli che a tutti gli effetti sembrerebbero essere l’arma e il bossolo utilizzati nel tentativo di uccidere l’aquila.
La casa si trova poco distante dalla zona del ritrovamento del rapace ferito, il presunto responsabile avrebbe sparato dalla finestra dalla propria abitazione al rarissimo rapace che, essendo un giovane ancora inesperto, tentava di predare le galline del suo pollaio.
L’uomo, deferito all’Autorità Giudiziaria rischia la reclusione fino a diciotto mesi e la multa fino a 30.000 euro previste per il delitto di maltrattamento degli animali e la tentata uccisione.
Come annunciato ampiamente, il Wwf si costituirà parte civile nel processo.