FABRIANO – Sindacati del comparto sanitario sul piede di guerra in vista dell’imminente ripresa, a pieno regime, delle attività dell’Area Vasta 2 di Fabriano. «Senza buon senso, sarà un settembre caldo», il monito presente in una nota unitaria a firma Fp Cgil-Cisl Fp-Uil Fpl.
«Siamo rimasti fermi all’incontro decisamente negativo del 2 agosto scorso, presenti le organizzazioni sindacali, le Rsu e la direzione dell’Asur per il contratto integrativo dell’Area Vasta 2 di Fabriano. La delegazione al tavolo di contrattazione non era quella prevista dal CCNL, con la presenza incomprensibile di sigle sindacali non firmatarie e non autorizzate, nessuna documentazione preventivamente fornita, una serie di atti unilaterali su indennità di turno e diritto alla mensa e, infine, con poca chiarezza sui fondi, sia quelli dei risparmi di bilancio che quelli congelati nelle precedenti annualità da restituire ai lavoratori», attaccano i sindacati di categoria.
Si tratta di questioni inderogabili dei lavoratori e lavoratrici del Sistema Sanitario Nazionale che ogni giorno assicurano servizi essenziali ai cittadini: il diritto alla mensa, l’erogazione dell’indennità di turno ai lavoratori degli ospedali e dei servizi del territorio, e parecchie centinaia di migliaia di euro di risorse da gestire con i fondi contrattuali, risorse che appartengono ai lavoratori. «Tutte questioni rimaste senza risposta. Diritti e risorse che se continueranno a essere affrontati con la poca ragionevolezza dimostrata in questi giorni, peseranno come macigni sulla trattativa per il nuovo contratto integrativo di area vasta che dovrà necessariamente tener conto delle specificità del territorio della provincia di Ancona e degli accordi già sottoscritti in passato». Argomenti che riguardano tutta la provincia di Ancona, Fabriano ovviamente compresa.
Fp Cgil-Cisl Fp-Uil Fpl sono interessate ad atti concreti «che rispondano ai tanti problemi dei lavoratori e che renda onore al loro impegno per la garanzia dei servizi in tempi oggettivamente difficili per la sanità pubblica, e non invece a una pseudo forma di omogeneizzazione al ribasso dei diritti e delle tutele. Con queste modalità di confronto si scivola inevitabilmente verso un autunno caldo. L’Asur è avvertita. La pazienza del personale dipendente e dei sindacati di categoria è ormai conclusa».