OSIMO – Angelo Marini, portavoce del comitato “No prg 2005”, torna a far sentire la propria voce sul caso dei terreni resi edificabili dal piano regolatore ma che di fatto non lo sono perché il Prg (Piano regolatore) è finito al Tar.
«Negli ultimi quattro decenni le amministrazioni che si sono avvicendate alla guida del Comune di Osimo hanno immaginato, a quanto pare, che la nostra città – dice il comitato – avrebbe conosciuto una prolungata e ininterrotta fase di sviluppo economico e demografico, tanto da inserire, nei Piani Regolatori generali del 1987, 1996 e 2005-2008 (quest’ultimo impugnato dalla Provincia di Ancona davanti al Tar delle Marche, che da quindici anni non ha trovato, o voluto trovare, il tempo di fissare l’udienza di merito), un grande numero di terreni tra le superfici edificabili».
I proprietari coinvolti erano, in origine, 1027, con le loro famiglie, oltre il 10 per cento della popolazione residente. «Per effetto delle reiterate proteste di questo Comitato, e del supporto di alcuni esponenti dell’opposizione, in particolare prima di Argentina Severini del PD e successivamente di David Monticelli e Sara Andreoli del Movimento cinque stelle, sono state retrocesse, in tutto o in parte, oltre 200 aree».
Il tempo è passato inesorabile. «Alla luce di quanto in realtà è avvenuto, le previsioni delle Amministrazioni si sono rivelate del tutto errate. Da oltre una quindicina di anni la popolazione del nostro Comune non cresce, anzi, seguendo una tendenza nazionale, tende ad un costante decremento e invecchiamento. Ne consegue che la domanda di nuove abitazioni è crollata, come si vede dall’elevato numero di nuove costruzioni invendute. Si aggiunga che, già da diversi anni, l’Unione Europea invita gli Stati a limitare il consumo di suolo, privilegiando la ristrutturazione e l’ammodernamento del patrimonio edilizio esistente, che è già da tempo assai più che sufficiente alle esigenze abitative della nostra popolazione».
Secondo il comitato, l’amministrazione comunale ora sembra temere che se il processo amministrativo in corso desse ragione alla Provincia, il Comune sarebbe costretto a restituire ai proprietari l’Imu pagata in eccesso negli ultimi 15 o più anni. «Si tratta di cifre molto elevate, dell’ordine di milioni, che le casse comunali non possono permettersi. Si aprirebbe per il nostro Comune una procedura di default con pesantissime conseguenze. L’effetto della situazione per i proprietari dei terreni è devastante. Da un lato il Comune pretende le imposte calcolate su valori del tutto arbitrari e fuori mercato, dato che di fatto nessuno ha la possibilità di costruire per mancanza di domanda. Dall’altro si rivela pressoché impossibile vendere, o svendere, i terreni perché nessun eventuale acquirente vuole esporsi alle esorbitanti pretese fiscali dell’Amministrazione. In conclusione, questo comitato chiede una drastica riduzione dei valori attribuiti ai fini Imu, con effetti retroattivi per almeno cinque anni, a parziale ristoro degli esorbitanti prelievi fiscali sin qui imposti ai proprietari senza giustificazione economica».
Intanto il Comitato si sta muovendo di nuovo chiedendo “udienza” al Comune. «Il 19 marzo scorso avevamo invitato il sindaco ad una riunione in videoconferenza per discutere gli argomenti in questione e cercare soluzioni capaci di mediare le esigenze dell’Amministrazione e quelle dei proprietari. Spiace dover osservare che il nostro primo cittadino non ha ritenuto di rispondere all’invito. Abbiamo quindi cercato di sensibilizzare gli esponenti dei Gruppi di maggioranza e minoranza presenti in Consiglio comunale invitandoli ad una ulteriore videoconferenza il 26 marzo. Anche in questo caso abbiamo rilevato l’assenza dei rappresentanti della nostra comunità, con l’unica eccezione degli esponenti del Movimento cinque stelle Caterina Donia e Sergio Foria, che ringraziamo per la vicinanza e sensibilità dimostrate, che hanno assicurato il loro appoggio alla nostra azione, che comunque intendiamo portare avanti in tutte le possibili sedi, sia politiche che giudiziarie».