SENIGALLIA – «Certamente la difficoltà dell’economia reale è ormai strutturale e attualmente non può essere superata da soli. Ben vengano le reti fra imprese e i progetti che tendano a collaborazioni fra più soggetti. Bisogna tutti insieme (mondo delle imprese e politica) elaborare strategie condivise e non calate dall’altro e soprattutto tornare a mettere le imprese al centro delle iniziative politiche perché se non ci sono le imprese non c’è futuro».
Giacomo Cicconi Massi, segretario Confartigianato Senigallia, con queste parole ha accettato di commentare per noi i dati della Val Misa e Nevola inerenti la nascita e mortalità delle imprese artigiane nel 2016 nel mandamento di Senigallia, elaborate dall’Ufficio Studi Confartigianato Marche su dati Unioncamere-Infocamere.
«Il Madamento di Senigallia – spiega Cicconi Massi – registra ancora una flessione ed il saldo 2016 su 2015 rimane negativo -24. Senigallia ha visto 80 iscrizioni di aziende artigiane a fronte di 102 cessazioni. 138 in un anno le nuove iscrizioni nell’intera Val Misa e Nevola, 162 le cessazioni. Gli unici valori positivi sono per Trecastelli +2 (22 iscrizioni 20 cessazioni) Ostra +4 (16 iscrizioni 12 cessazioni) e Ostra Vetere +1 (6 iscrizioni 5 cessazioni).
Il settore delle costruzioni è in caduta libera. In tale ambito va ricordato che è in atto una forte selezione, in certi casi addirittura positiva perché ha eliminato tutte quelle “finte” imprese che si erano iscritte per scopi diversi da quelli legati al mondo del lavoro.
Tuttavia politiche di ‘consumo zero’ del territorio hanno inevitabilmente ridotto la domanda e conseguentemente il numero delle imprese. Le imprese artigiane del comparto costruzioni testimoniano una evidente difficoltà (-23). In tale ambito va ricordato che il fallimento di diversi cantieri in alcuni casi ha significato per effetto domino la chiusura di ulteriori attività e senzameno la riduzione dell’indotto. Gran parte dei motivi della alta mortalità sono da ricercarsi anche nella difficoltà di fare impresa: burocrazia pesantissima, pressione fiscale oltre il 60%, costo del lavoro elevato e mancanza di fiducia in un futuro che da poca prospettiva.
L’equilibrio è delicatissimo ed instabile perciò qualsiasi scelta si ripercuote con gravi conseguenze sulle attività. E’ importante ribadire che le decisioni, in particolar modo quelle che hanno ricadute significative per il mondo imprenditoriale, vanno condivise. Aggiungo che molto spesso ci si improvvisa imprenditori e questo non va bene. Vanno verificate bene le condizioni di mercato attraverso dei businnes plan che, ad esempio, anche Confartigianato aiuta ad elaborare».