Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, l’allarme della Camera di Commercio e Cna: chiuse 104 imprese nel Piceno

Ascoli, la crisi si fa sentire anche nel commercio: in un anno 104 imprese in meno

Gino Sabatini
Gino Sabatini, presidente di Camera di Commercio Marche

ASCOLI PICENO – Sono 104 le aziende in meno rispetto al 2021. E’ il dato elaborato dalla Camera di Commercio delle Marche, che ad oggi conta 20.674 imprese nel Piceno rispetto alle 20.778 del 2021.

Un calo importante che testimonia come la difficile crisi di questo periodo, dovuta agli aumenti dell’energia, delle materie prime e del carburante, la guerra in Ucraina e il post- pandemia influiscono sulle aziende del nostro territorio. A risentirne sono soprattutto le imprese del commercio all’ingrosso e al dettaglio e di riparazioni autoveicoli (-2,4%), ma anche il comparto dell’agricoltura, silvicultura e pesca (-1,7%). Male anche per il trasporto e il magazzinaggio (-2,3%).

Nonostante le numerose difficoltà di questo periodo, c’è anche chi riesce a reggere l’urto della crisi, come le imprese legate al sociale e all’assistenza (+7,4%).

Tra i vari settori economici, significativo il dato che vede il comparto manifatturiero resistere alla chiusura di diverse attività andata in scena nel resto del Paese negli ultimi nove mesi, con un’impresa attiva in più rispetto allo scorso anno a evidenziare la caparbietà dell’imprenditoria picena nell’affrontare le diverse criticità che ad oggi tengono in scacco il settore delle manifatture.

Nonostante le gravi incertezze del momento evidenziate a più riprese dalla CNA di Ascoli Piceno, le imprese delle costruzioni riescono a sfruttare al meglio l’impulso dei bonus edilizi confermando un trend in crescita, con un 1,1% di imprese in più dal 2021 a oggi che lascia ben sperare rispetto al -4,4% registrato su scala regionale, mentre il ridimensionamento del commercio (-1,5% di imprese attive rispetto ai primi nove mesi del 2021) appare comunque più contenuto di quello andato complessivamente in scena nelle Marche, costrette a dire addio a un preoccupante 4% di realtà commerciali.

Numeri in crescita anche per le imprese attive nei servizi professionali, scientifici e tecnici, che in provincia viaggiano a un ritmo ben superiore a quello regionale (3,4% in più nel confronto con i dati dello scorso anno, con le Marche che invece si fermano a un +2%), e per i servizi di noleggio e supporto alle imprese, che ad oggi nel Piceno possono vantare 28 attività in più rispetto ai primi nove mesi del 2021.

Dati che, tenendo conto delle contingenze a dir poco proibitive in cui la maggior parte dei settori economici si trova a operare, lasciano quantomeno tirare un sospiro di sollievo di fronte a un tessuto imprenditoriale consolidato e apprezzato anche al di là dei confini provinciali, che deve però fare i conti con la sfida della creazione d’impresa, aspetto indispensabile per garantire un adeguato ricambio generazionale nel medio-lungo periodo.

Il numero delle iscrizioni di impresa

Come evidenziato dal settimo Rapporto sull’imprenditorialità nelle Marche redatto dalla Fondazione Aristide Merloni e dal Centro per l’Innovazione e l’imprenditorialità dell’Università Politecnica delle Marche, nel primo semestre 2022 le crescenti incertezze associate alle prospettive inflazionistiche e alla crescita dei costi dell’energia e delle materie prime hanno influito negativamente sull’andamento delle iscrizioni e delle cessazioni di impresa, con un’inevitabile riduzione del numero di imprese attive.

Se il 2020 marchigiano aveva inevitabilmente portato con sé un brusco rallentamento per le nuove iscrizioni (-23,9%), la marcata crescita del 2021 (+22,8% rispetto all’annualità precedente) aveva contribuito a lanciare un segnale di speranza nell’ottica di una repentina inversione di tendenza.

Tuttavia, le innumerevoli problematiche emerse negli ultimi mesi rischiano ora di vanificare l’ottimo percorso di ripresa economica intrapreso in seguito all’emergenza sanitaria. Nel primo semestre del 2022, infatti, nelle Marche assistiamo a una riduzione delle iscrizioni del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una media nazionale che si attesta invece su un -4,2% e di una preoccupante discesa dell’11% nella provincia di Ascoli. Numeri in netto calo, con un crollo regionale del 15,6% se confrontati con i livelli pre-crisi del 2019, sebbene le nuove imprese risultino superiori rispetto ai livelli che erano stati registrati nelle medesime mensilità del 2020.

Le aree interne

Non mancano però buone notizie sul fronte delle aree interne, dove a partire dai mesi immediatamente successivi al sisma del 2016 si è registrata una crescita della vivacità imprenditoriale in alcuni comparti chiave come quello edilizio già a partire dai mesi successivi agli eventi sismici. Per quanto riguarda invece le cessazioni, quella di Ascoli è l’unica provincia ad aver registrato una riduzione, seppure contenuta, delle chiusure, con un 3% in meno rispetto al 2021 che contribuisce a fare del Piceno l’area con il saldo negativo più contenuto tra nuove iscrizioni e cessazioni.

Di fronte a questi numeri, la CNA di Ascoli Piceno evidenzia la necessità di continuare a promuovere e incentivare la creazione d’impresa tra le nuove generazioni, un percorso che l’associazione territoriale di Ascoli ha intrapreso ormai da anni e che negli ultimi mesi ha coinvolto un gran numero di aspiranti imprenditori pronti a mettersi in gioco per far rifiorire il territorio grazie anche alle risorse messe a disposizione dal Fondo complementare sisma.

Il caso di Montalto

Particolarmente eloquente, in questo senso, il caso di Montalto, dove in piena sinergia con l’Amministrazione comunale, l’agenzia di progettazione territoriale Marchingegno e il confidi Uni.Co. la CNA di Ascoli Piceno ha attivato uno sportello settimanale dedicato alle imprese, con l’obiettivo di fornire supporto e assistenza nella redazione dei progetti e individuare le soluzioni adatte a ogni esigenza. Un’attività di sostegno costante portata avanti in tutta la provincia, con l’obiettivo di affiancare le imprese attive in ogni settore economico in una sfida da 300 milioni di euro per le aziende marchigiane.

«Come associazione, insieme al confidi Uni.Co, abbiamo cercato di fornire risposte chiare e immediate a tutte le imprese – dichiara Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno -. Negli ultimi mesi abbiamo affiancato gli imprenditori nella fase di progettazione, ottenendo risposte importanti in termini di adesioni ai bandi.

Come associazione ci auguriamo che i fondi messi a disposizione da determinate linee di intervento e ancora a disposizione possano contribuire a finanziare i progetti dei bandi in overbooking, in modo da favorire investimenti innovativi da parte delle nostre piccole imprese, cuore pulsante dell’economia picena».

«Questi primi dati sono sintomo di un tessuto imprenditoriale che di fronte alle difficoltà del momento continua a mettersi in gioco con coraggio e intraprendenza – commenta Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli Piceno -. Lavoriamo costantemente al fianco delle aziende e sappiamo di poter contare su imprenditori determinati e lungimiranti, doti che cerchiamo quotidianamente di trasmettere alle nuove generazioni che si stanno affacciando per la prima volta al mondo del lavoro.

Tuttavia, la situazione resta allarmante in termini di nuove iscrizioni e consolidamento delle imprese, anche in vista di un’annualità a forte rischio come quella che ci attende del 2023. Per questa ragione, chiediamo alle istituzioni di monitorare la situazione e di promuovere al più presto strumenti in grado di fornire un adeguato sostegno a chi, nonostante tutto, continua a fare impresa».