ASCOLI – Contenti a metà. Gli studenti dei licei e degli istituti superiori di Ascoli sono tornati oggi, lunedì 25 grnnaio, a scuola, dopo una lunga assenza provocata dal rischio covid. Niente assembramenti o problemi particolari agli ingressi, anche perchè la regola del 50% per le lezioni in presenza ha ridotto, almeno per ora, la possibilità della formazione di nuovi contagi. Ma i ragazzi non hanno fatto salti di gioia nel presentarsi di nuovo davanti gli edifici scolastici, e poi entrare nelle loro classi per riprendere il cammino insieme ai propri compagni.
Un doppio sentimento emerge dalle loro parole la felicità per la possibilità di rivedere amici che magari abitano in altre zone della città o nei paesi vicini, e che non si vedevano da tempo. Ma anche il timore che il virus possa diffondersi di nuovo e bloccare l’attività.
«Forse era meglio la didattica a distanza – dicono alcuni studenti del liceo scientifico Orsini – ora dobbiamo riabituarci alle lezioni in classe, anche se comunque siamo contenti per il ritorno con i compagni da cui ci eravamo allontanati da molto, per via dei divieti. L’accoglienza di metà degli alunni? Forse si poteva fare diversamente, magari con turnazioni o altri metodi».
Per due studentesse del terzo anno del Liceo linguistico Trebbiani «è giusta la scelta del 50% dei posti in classe, proprio per evitare conseguenze più serie. Per noi è importante essere tornate a scuola, ma per un altro verso siamo preoccupati per il rischio covid che esiste sempre».
Intanto proprio davanti al Liceo scientifico Orsini, ragazzi della Federazione Giovani Comunisti distribuivano questa mattina volantini per criticare la politica governativa sulla scuola (con foto di Conte e Azzolina) e annunciare una mobilitazione per il 29 gennaio: “Le scuole riaprono ma nulla è cambiato da settembre“, è scritto nel foglio stampato. Restano le classi pollaio, i trasporti sovraffollati e non è garantito il tracciamento dei contagi. In DAD – si aggiunge – siamo senza computer e senza diritti, ed oggi siamo costretti a tornare in classe senza sicurezza, con orari assurdi per gli scaglionamenti. Il 29 gennaio protestiamo nello sciopero generale insieme a tutti i lavoratori».
E mentre gli istituti scolastici si sono organizzati come potevano per riattivare le lezioni in presenza, con tutte le misure del caso – distanziamento, controllo della temperatura, segnaletica, disinfettanti e mascherine – una insegnante, che è anche coordinatrice provinciale di Italia Viva, Maria Stella Origlia contesta alla Regione Marche la mancata attuazione dello stanziamento annunciato di alcuni milioni destinati al rientro in aula in sicurezza, con impianti di sanificazione, sostegno alle aziende di trasporto e contributi alle famiglie. «Vista l’urgenza di questi provvedimenti, ci chiediamo quanto studenti e docenti dovranno attendere per vederli concretizzati».
Origlia critica anche l’assessore alla Sanità Saltamartini sulle ipotesi della vaccinazione del personale scolastico, che «al momento non vedono nè la definizione di un piano preciso e neppure misure che possano far pensare ad una loro rapida applicazione».