ASCOLI – Partita oggi anche nell’Ascolano la somministrazione dei vaccini da parte dei medici di base, così come da accordo tra Asur e Ordine di categoria. Ma diversi professionisti non erano ancora a conoscenza del fatto che la campagna che li vedeva impegnati sul fronte della prevenzione alla covid-19, partisse oggi. Comunque sia la procedura è iniziata anche se le dosi di prodotti Astrazeneca e Moderna sono davvero modeste.
Ognuno dei medici sul territorio avrebbe a disposizione 11 dosi di ognuna delle due aziende farmaceutiche, anche se quella anglosvedese ha avuto molte disdette dal riavvio del programma di vaccinazione nel Piceno. Secondo fonti dell’Area Vasta 5, non meno dell’80% dei medici di base lavoreranno anche per distribuire il siero alle persone che ne faranno richiesta.
Nella provincia ascolana sarebbero 1800 i residenti che per motivi di salute hanno fatto domanda per poter ricevere il vaccino a domicilio, e non in ambulatorio. Questa richiesta certamente provocherà delle ripercussioni sulla normale attività di assistenza dei medici locali, rispetto alle esigenze di cura ordinarie di tutti i loro assistiti. Ma la campagna è tuttavia stata avviata, e naturalmente avrà come priorità quella della somministrazione ai più anziani, molti dei quali restano ancora esclusi dall’intervento.
Intanto sul fronte dei ricoveri di pazienti sospetti covid nel due ospedali di Ascoli e San Benedetto, la situazione si è fatta più complicata rispetto alle settimane scorse. I reparti di rianimazione e di terapia intensiva sarebbero al limite dei posti letto disponibili, e diverse persone con sintomi sarebbero in attesa nei Pronto soccorso. Tanto che l’Area Vasta 5 si è vista costretta a chiedere posti letto a cliniche private, in particolare a San Benedetto.
Una situazione di apparente emergenza che sembra però non confermata dal numero sempre limitato dei nuovi positivi al coronavirus – che non sono, è il caso di ricordare malati – e che nelle ultime 24 ore erano appena 16 per tutto il Piceno.
La pressione sulle strutture sanitarie della crisi covid 19, riguarda comunque più l’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto, che quello di Ascoli. Nel primo i ricoverati con sintomi di infezione polmonare sono 60, 12 in terapia semintensiva e 14 in intensiva. Nel nosocomio del capoluogo invece 8 in reparto covid, 10 semintensiva ed uno solo in intensiva. Altri 20 sono ospitati nella Ras di Ripatransone. Da considerare poi che una quota di almeno il 30% dei pazienti complessivi, arriva da fuori provincia.