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Ascoli, riaperture incoraggianti per i negozi dei centri commerciali. Ma tutti chiedono il weekend

Nel polo del Battente a Marino del Tronto, titolari di esercizi e attività sono fiduciosi per il futuro ma auspicano libertà di movimento per i clienti. Ecco cosa ci hanno raccontato di questo periodo

ASCOLI – Forse si vede una luce in fondo al tunnel. Almeno per la ripresa del lavoro e delle prospettive future dei piccoli negozi ed esercizi di Ascoli. E questo soprattutto per quelli che sono ubicati non nel centro storico cittadino – ancora a secco di turisti e con i residenti timorosi di uscire per i rischi di multe o di residui contagi covid – ma nei Centri commerciali periferici della città.

Alcuni, a scapito del cuore di una città antichissima e dotata di un enorme patrimonio storico-architettonico come il capoluogo piceno, sono diventati negli ultimi anni dei luoghi alternativi non solo per lo shopping ma anche per la vita sociale e urbana.

Non a caso attorno ad essi, a cominciare dal Battente – in zona Marino del Tronto – si stanno sviluppando altri empori e realtà di servizi che approfittano dell’attrattività stessa del polo commerciale. Con parcheggi ampi, servizi e infrastrutture di cui il centro cittadino è poco fornito.

Da questo punto di vista dunque, le riaperture recenti dovute al ritorno delle Marche in «zona arancione» hanno favorito soprattutto i negozi e le attività che sono inserite nelle strutture più grandi e moderne. E sebbene molti titolari chiedano il via libera anche per il weekend, segnalano comunque una ripresa positiva degli acquisti da parte della popolazione.

 «Abbiamo avuto una buona affluenza, il giorno della riapertura– commenta Stefania Cocci, titolare di Camicissima, nel polo del Battente -. I centri commerciali sono i luoghi più sicuri che ci siano in Italia per fare shopping, è ingiusto che nonostante tutte le precauzioni che prendiamo e che la direzione della struttura ha preso da tempo, non sia possibile restare aperti almeno il sabato: per la mia attività è un giorno fondamentale».

Dal canto suo, Claudio Orsini, titolare della gioielleria Terry Oro sottolinea: «La maggior parte dei clienti ha potuto finalmente portare in riparazione i propri oggetti o ritirare quelli che erano rimasti in negozio a causa del lockdown: certo, non posso pensare di compensare le perdite avute in zona rossa in questi primi giorni. Se ci sarà continuità, sono fiducioso del fatto che tutto tornerà quasi come prima».

Ha sensazioni positive anche Tarsilla Michelangeli, titolare dei negozi Imperial e Undercolors of Benetton, ed in maniera più cauta Giuliano Taffora, titolare della parrucchieria Primadonna: «Lavoriamo al 50% rispetto al passato. Questa è una riapertura parziale, spero che alle persone venga riconsegnata la libertà di poter girare e muoversi a proprio piacimento pur con le dovute precauzioni che sia il Centro “Al Battente” che il mio salone hanno adottato sin dall’inizio».

Molto chiaro, sulle problematiche residue in zona arancione è Sandro Assenti, titolare de «Il Fornaccio» e Presidente provinciale della Confesercenti: «Un centro commerciale, a pieno regime, è come un centro cittadino ed un’attività come la mia beneficia del movimento complessivo in galleria. Più limitazioni ci sono, più siamo penalizzati: in questo caso, a penalizzarci è senza dubbio la chiusura della quasi totalità dei negozi nei fine settimana».

Dunque, un cauto ottimismo che prefigura un possibile rilancio concreto del giro d’affari solo si tornerà almeno in «zona gialla», o meglio ancora ad un regime senza divieti stringenti per le attività e le persone.

«Il Centro Commerciale Al Battente – afferma Laura Gabrielli vicepresidente del Gruppo Gabrielli e amministratore delegato di FG Gallerie Commerciali S.p.A – sin dall’inizio della pandemia ha garantito degli standard di sicurezza molto alti. I negozi della Galleria, a loro volta, hanno investito in dispositivi di sicurezza e spero che i loro sforzi siano ripagati da una continuità della riapertura che consenta loro d’investire con fiducia nel futuro».