Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, spopolamento delle aree interne: il sindaco di Maltignano Falcioni dice no all’accorpamento

Il fenomeno dello sopolamento è sempre più in crescita, per ovviare a questo problema torna l'ipotesi di un possibile accorpamento. Il primo a dire no è il sindaco di Maltignano, Armando Falcioni: «Mantenere la municipalità e il senso di comunità»

Il sindaco di Maltignano, Armando Falcioni

ASCOLI PICENO- La migrazione verso i grandi centri e lo spopolamento costituiscono una fragilità che colpisce soprattutto i comuni delle aree interne.

Il calo dei residenti è senza dubbio determinato dal terremoto che ha amplificato maggiormente questi fenomeni insieme alla tendenza nazionale delle persone a spostarsi verso i grandi centri urbani e i tanti giovani che per motivi di studio e di lavoro hanno preferito migrare altrove. A questi si aggiunge anche il fenomeno della denatalità e dell’importante numero dei decessi.

I dati parlano chiaro: la provincia di Ascoli Piceno secondo l’ultimo censimento permanente della popolazione ha subito un calo di oltre 1100 residenti, passando da 202.365 a 201.249 abitanti. Al contrario, i comuni della Riviera registrano invece un’importante crescita. 

Una possibile soluzione

Per ovviare al problema relativo allo spopolamento, torna l’ipotesi di un possibile accorpamento. Il primo a dire no è il sindaco di Maltignano, Armando Falcioni: «Maltignano è uno di quei centri dove il terremoto ha picchiato durissimo tanto che abbiamo ancora una sessantina di nuclei familiari fuori comune, quasi il 10% della popolazione censita. Da sindaco di un piccolo comune, seppur infarcito anche di ascolani di origine e a 12 km dal capoluogo e naturalmente indirizzato verso di esso per quotidiani rapporti socio economici, debbo ribattere, non solo per dovere istituzionale e per coerenza, che il mantenimento delle municipalità, e l’identificazione di essa, è fondamentale per un motivo principale: la vigilanza del territorio attraverso il senso di comunità che l’appartenenza ad un comune può generare».

Per Falcioni: «Smantellare l’ossatura della nostra amatissima nazione accorpando i comuni, svilendo l’identità dei municipi, sarebbe un grave danno ad essi. Più producente, secondo me, nel caso di Ascoli Piceno e del suo circondario, è fare rete per creare una grande area metropolitana omogenea per i servizi, strizzando l’occhio, perché no, anche alla familiare Val Vibrata, al fine di non farla diventare, come temono molti, e come lo sono divenute alcune cittadine (solo a titolo di esempio per assonanza con Ascoli) che da prestigiosi e potenti liberi comuni che dominarono questa parte di l’Italia centrale si sono trasformate ora in piccoli musei a cielo aperto».