OSIMO – La sforbiciata ai costi delle società partecipate osimane ha creato scompiglio tra maggioranza e opposizione a Osimo. È passato infatti l’ultimo atto del piano di razionalizzazione: «Con l’ultima ricognizione delle partecipazioni pubbliche del nostro mandato raggiungiamo tre importanti obiettivi – ha detto il sindaco Simone Pugnaloni -. Abbiamo ereditato tre società in house (Park.o, Im.os e Astea servizi) e nel 2019 avremo solo una società, Osimo servizi spa, per meno costi della politica. Oggi Astea è pubblica, il suo proprietario è Cma srl, società a capitale interamente pubblico partecipato da soli Comuni soci, e il servizio idrico integrato è affidato a Cmq srl, società a capitale interamente pubblico, compagine societaria composta da quei Comuni».
Critico il consigliere Fabio Pasquinelli di Territorio comunità: «Cma è una spa che non gestisce affatto il servizio idrico e controlla Astea che lo gestisce di fatto. Astea è ancora una spa con due soci privati (uno di minoranza nella holding e uno di maggioranza in Astea energia) e la razionalizzazione delle società partecipate non c’è stata, tutto il contrario, un complesso sistema di scatole cinesi e inutili cda». Il consigliere del Gruppo misto Maria Grazia Mariani ha aggiunto: «A distanza di un anno dall’operazione finanziaria con cui è stato aumentato il capitale sociale e sono state acquisite nuove quote azionarie, il Comune ha resuscitato due società con zero dipendenti ma due consigli di amministrazione, Centro Marche acque ed Ecofon, per gestire il servizio idrico integrato e il servizio smaltimento dei rifiuti. In totale 15 poltrone al costo di 47mila e 300 euro annui».