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Affido familiare e comunità, il Garante: «Subito monitoraggio e sistema informativo»

Dopo aver chiesto la convocazione del Tavolo, Andrea Nobili ravvisa la necessità di interventi per avere un quadro dettagliato della realtà marchigiana. La decisione trova conferma anche nelle recenti indicazioni fornite dall’Autorità nazionale di garanzia

ANCONA – Una conoscenza più approfondita della situazione relativa a collocamento dei minori fuori famiglia, affido ed inserimento in comunità. Dopo aver chiesto la convocazione del Tavolo regionale, ormai fermo da tempo, il Garante Andrea Nobili intende attivare già dalle prossime settimane un’azione di monitoraggio per avere maggiori elementi di definizione del quadro generale, che trova anche conferma nelle recenti indicazioni fornite dall’Autorità nazionale di garanzia.

Quest’ultima ha chiesto, tra l’altro, il coinvolgimento di diversi interlocutori istituzionali, ai diversi livelli, per dare vita ad un sistema informativo sui minorenni privi di un ambiente familiare, con l’obiettivo di delineare un quadro dettagliato sul numero e le caratteristiche, nonché sui tempi e le modalità di uscita dal percorso di accoglienza. E dovrebbe avvalersi, come evidenzia Nobili, di banche dati sulle strutture di accoglienza e sugli affidatari.

Un percorso di conoscenza non nuovo per il Garante delle Marche, che già nell’autunno del 2016 aveva presentato un primo report sulle Comunità per minori delle Marche, frutto dell’attività di monitoraggio posta in essere attraverso diversi incontri e visite nelle strutture regionali di settore. «Quello che avevamo ottenuto – sottolinea Nobili– era uno spaccato significativo, ma non del tutto esaustivo, di un panorama estremamente articolato, che a maggior ragione oggi impone un adeguato controllo per rispondere seriamente alle esigenze dei nostri tempi».  Nobili non manca di evidenziare che, per avere i risultati sperati, «è indispensabile che ci sia la stretta collaborazione di quanti operano direttamente nell’ambito del sistema, a partire dalla Regione. Quello che occorre è mettere in campo un’adeguata convergenza delle competenze, che permetta l’approfondimento della situazione, interventi mirati, anche in base alle normative vigenti, e controlli costanti su quanto sta accadendo».

Il Garante, infine, ipotizza l’organizzazione di una giornata d’approfondimento e confronto a livello regionale con gli operatori e tutti i soggetti coinvolti.