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Auditorium Pedrotti, Malandrino e Boresta (Fdi): «Pesaro capitale dei ritardi, non è ancora pronto»

Per i membri del partito "Tanti annunci a partire dal 2020 ma ancora nulla di fatto. Faremo una interrogazione"

L'auditorium Pedrotti

PESARO – L’Auditorium Pedrotti, non ancora pronto nell’anno della Capitale della Cultura. Tanto che Daniele Malandrino Consigliere comunale Fdi e Serena Boresta Coordinatrice Fratelli d’Italia Pesaro sottolineano: «La Via Crucis dell’Auditorium Pedrotti: Pesaro, Capitale Italiana dei Ritardi nella Cultura. Il Comune di Pesaro si trova al centro di una serie di promesse non mantenute e ritardi preoccupanti, culminati nella situazione critica dell’Auditorium Pedrotti. Nel febbraio 2020, l’annuncio di riapertura nel 2021, grazie al crowdfunding di 54mila euro unito ai 400mila stanziati dalla regione, ora sembra un miraggio.

Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Pozzi a maggio 2021, la nuova scadenza per il completamento dell’Auditorium è slittata al 2024, trasformando Pesaro in una città che più che la capitale italiana della cultura sembra la capitale italiana dei ritardi».

Per gli esponenti del partito «questa situazione merita chiarimenti e a tal proposito Fratelli d’Italia depositerà una interrogazione. Non sono mancati precedenti come l’Auditorium Scavolini, il cavalcaferrovia, l’ex tribunale e il San Domenico, Pesaro non ha imparato la lezione. L’incompiuta dell’Auditorium Pedrotti nell’anno della Capitale Italiana della Cultura è emblematica della politica degli annunci che ha la meglio sulla politica del fare.

La preoccupante situazione dei luoghi dedicati alle manifestazioni culturali, tra cui l’Auditorium Scavolini, il Pedrotti e lo Sperimentale, evidenzia la mancanza di un impegno concreto da parte dell’amministrazione. Pesaro merita più di un titolo, merita un’azione tempestiva per ristabilire la sua reputazione culturale.

Il Comune è chiamato a rendere conto alla comunità pesarese e a tutti gli amanti della cultura che aspettano da troppo tempo la realizzazione di progetti promessi. La politica deve trasformarsi da annunci vuoti a azioni tangibili per il bene della città e della sua eredità culturale».

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