ANCONA – Anche il capoluogo dorico celebrerà il Darwin Day, la celebrazione nata in Inghilterra e negli stati Uniti immediatamente dopo la morte di Charles Darwin (1882), il teorico dell’evoluzionismo. Università Politecnica delle Marche, Marche Teatro e Libreria delle Muse uniranno le loro forze per festeggiare il suo compleanno il 14 febbraio al MuseCaffè alle ore 17.30. L’anniversario della sua nascita è il 12 febbraio, ma molti di questi eventi si protraggono infatti in varie parti del mondo per un periodo ben più lungo con conferenze, incontri, aperitivi scientifici e mostre ad hoc.
Dopo i saluti del rettore Sauro Longhi e del direttore del D3A Nunzio Isodoro (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Univpm), Roberto Papa, professore di Genetica agraria parlerà di “Darwin: l’agricoltura come laboratorio dell’evoluzione”. «Nonostante l’importanza della teoria dell’evoluzione nel mondo contemporaneo – dichiara Roberto Papa – l’opera di Darwin è, in realtà, poco conosciuta. Anche per questo è spesso, ancora oggi, oggetto di mistificazioni antiscientifiche e di furibondi attacchi dagli integralisti di ogni tipo. E’ quindi molto importante riscoprire Darwin e le sue opere».
Un aspetto poco noto, ma molto importante del lavoro di Darwin è infatti quello dell’analisi degli effetti che la selezione operata dall’uomo ha prodotto sulle piante e sugli animali a partire dalla nascita dell’agricoltura. Tutto il primo capitolo dell’Origine delle Specie è intitolato “La variazione allo stato domestico” ed è dedicato alla domesticazione. La domesticazione fu anche l’oggetto di un’opera specifica ed estremamente dettagliata “La variazione di animali e piante dovuta alla domesticazione” e pubblicata pochi anni dopo la prima edizione dell’Origine. In quest’opera Darwin, in relazione al processo di domesticazione, scrive: «si può dire che l’uomo abbia condotto un esperimento di dimensioni gigantesche, ed è lo stesso esperimento che la natura ha, da sempre, incessantemente condotto».
Alle 18 Guido Barbujani, professore di Genetica dell’Università degli Studi di Ferrara, terrà un seminario “Perché non possiamo non dirci africani”. Alle 18.45 Valentina Conti intervisterà Guido Barbujani che presenterà il suo libro “Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo”. Alle soluzioni di fili spinati, muri, quote di immigrati, fogli di via Guido Barbujani, genetista di fama, cerca di aggiungere qualche ragionamento sulle responsabilità di molti scienziati nel fornire giustificazioni di comodo per lo schiavismo e il colonialismo; e poi su quanto le teorie della razza, che pure hanno generato sofferenze e conflitti enormi e reali, si siano rivelate irrealistiche, incoerenti e incapaci di farci comprendere la natura delle nostre differenze. Gli africani siamo noi racconta quel che abbiamo capito da quando la biologia ha abbandonato il paradigma razziale: parla di come nel nostro genoma restino tracce di lontane migrazioni preistoriche e anche di come forme umane diverse, forse specie umane diverse, si siano succedute e abbiano coesistito, finché 60mila anni fa i nostri antenati, che erano africani, si sono diffusi su tutto il pianeta. L’evento si concluderà con un brindisi di buon compleanno a Charles Darwin con vini e prodotti locali.