ASCOLI PICENO – Il Comitato Provinciale dell’Inail di Ascoli Piceno, in occasione dell’8 marzo, evidenzia lo stato degli infortuni al femminile. Secondo i dati raccolti, tra gli infortuni mortali denunciati dalle donne lavoratrici nelle Marche, passiamo da 1 dell’anno 2020, a 3 nel 2021 e 6 nello scorso anno. Per quanto riguarda le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel 2022, sono state 55.732. Un aumento del 9,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nelle Marche quelle da parte delle donne invece sono passate da 1.820 a 1.812 (-0.4). Nellla provincia di Ascoli Piceno le protocollate nel 2021 sono state 140.
Gli infortuni
Nella Regione Marche gli infortuni registrati lo scorso anno sono stati 18.776 di cui 7.368 di donne (il 39% del totale) con un incremento del 24.5% sull’anno precedente. In aumento quelli in itinere che passano, da 1.118 denunce a 1.211 (+8.3%). Nella Provincia Picena, nel 2022, gli infortuni delle donne sono stati 951 contro i 728 dell’anno precedente. Stesso trend per quelli in itinere.
Tra gli infortuni mortali denunciati in Regione per le donne, passiamo da uno dell’anno 2020, a 3 nel 2021 e 6 nello scorso anno. Nessuno di questi è accaduto nella provincia picena.
Le denunce di malattia professionale, protocollate dall’Inail nel 2022, sono state 55.732: in aumento del 9,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Nelle Marche invece si è passati da 6.069 del 2021 a 5.911 dello scorso anno (-2.6%). Quelli delle donne invece sono passate da 1.820 a 1.812 (-0.4). Ad Ascoli Piceno le protocollate nel 2021 erano 140.
I dati del mese di Gennaio 2023 comparati con lo stesso mese dell’anno precedente: denunciati 1.101 infortuni con una riduzione del 19.2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
In diminuzione anche quelli delle donne che passano da 667 a 420 denunce (-37%).
Anche nella Provincia Picena si registra una diminuzione poiché si passa da 150 a 139 denunce (-7.3). Situazione analoga per la componente femminile.
Di notevole interesse sono i dati delle denunce d’infortunio da Covid 19, pervenute all’INAIL, nel periodo gennaio 2020/ dicembre 2022 nella regione Marche:
-su 7.053 il 71% sono di donne; il 29% nella fascia d’età 60/64 anni, il 27.9% in quella 35/49 anni e il 12.8% in quella fino a 34 anni
-il 6.3% dei 7.053 casi si registra nella provincia picena ovvero 442 casi in v.a.
La mortalità
I morti sono passati da 1 a 4, tutti uomini, di cui uno nella provincia di Ascoli Piceno che passa da 0 a 1.
In crescita anche le malattie professionali:
· nella Regione Marche si passa da 307 a 514 denunce (+67%), le donne passano da 93 a 179 (+92%).
· nella provincia di Ascoli Piceno si passa da 33 a 74 (+124%), di cui il 40% sono di donne.
Il salario
La Giornata internazionale dell’8 marzo è anche l’occasione per una riflessione sulle differenze di genere in termini salariali. In linea generale, nell’UE, la differenza di retribuzione tra uomini e donne è del 14,1%.
«Le donne, quindi, guadagnano 86 centesimi per ogni euro guadagnato dagli uomini, dovrebbero lavorare due mesi in più per compensare questa disparità, che varia tra i Paesi UE. Si passa dal 5% (Lussemburgo, Italia e Romania) a più del 19% (Austria, Germania, Lettonia, Estonia)», afferma Guido Bianchini, presidente del comitato provinciale dell’Inail di Ascoli Piceno.
In calo il tasso di occupazione femminile: nel nostro Paese solo il 50% delle donne è occupata contro il 68% degli uomini, mentre nella UE il divario è di 67,3% di donne occupate contro il 79% degli uomini.
I dati del 2023
Le denunce d’infortunio sul lavoro presentate all’Istituto in termini generali, nel primo mese del 2023, in Italia, sono state 39.493 (-31,4% rispetto al gennaio 2022), 43 delle quali con esito mortale (-6,5%).
In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 4.756 (+44,3%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo mese del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio e dai tumori.
«Il diritto alla salute, la salvaguardia della tutela dei lavoratori, sono sfide complesse, occorre fare rete, sinergie tra tutti i soggetti interessati alla tutela. I dati confermano le problematiche esistenti in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il taglio lineare dei finanziamenti alla sanità pubblica da parte di Stato e Regioni e quindi ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, che negli ultimi 10 anni ha visto dimezzarsi il personale, non ha permesso che l’attività di In-Formazione, prevenzione, ispezione portassero ad una riduzione del rischio per i lavoratori.
Il solo potenziamento dei servizi ispettivi e di prevenzione da solo è insufficiente per ridurre il numero di infortuni e di malattie professionali sul lavoro», ribadisce Bianchini.
Le proposte della Cisl Ascoli
Secondo l’Inail di Ascoli Piceno, sono necessari investimenti in termini di salute e sicurezza che non sono dei costi ma investimenti.
«Le modifiche sull’organizzazione del lavoro, sui cicli produttivi, il ricorso agli appalti, per ridurre i costi, la vanificazione delle norme sulla salute e sicurezza, la precarietà e l’illegalità, non sono accettabili anzi sono scelte che non faranno diminuire gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali – conclude Bianchini -. L’Inail ha diversi sistemi premianti per favorire gli investimenti in materia di sicurezza e prevenzione: Bandi ISI, con 333 milioni euro in finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di progetti di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sconti sui premi assicurativi, incentivi a fondo perduto alle imprese, fondi per innovazione e rinserimento lavorativo, 14 milioni di euro per il finanziamento della formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro nelle piccole, medie e micro imprese, (D.lgs. n. 81/2008). Purtroppo queste opportunità spesso sono poco conosciute o con meccanismi burocratici troppo onerosi o incomprensibili. È pertanto necessario snellire queste convenienze per renderle realmente fruibili. Infine, a livello regionale e locale è necessario attivare tavoli comuni tra parti sociali e istituzioni pubbliche (SPSAL, INAIL, INL) programmando percorsi strutturali che invertano la rotta e che permettano di ridurre i numeri ricordati. È altresì importante, come promesso dal Ministro del Lavoro, Marina Calderone, un ruolo attivo della scuola introducendo il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro come argomento di attività scolastica per gettare le basi di quella cultura che tanto manca nel nostro Paese».