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Autotrasporto a rischio “esplosione”, colpa del gasolio alle stelle

Confartigianato chiede risposte immediate al Governo, a salvaguardia della categoria, e l’eliminazione delle accise del post guerra

ANCONA – L’autotrasporto rischia di esplodere. Fra le cause, spiega Confartigianato, «il gasolio alle stelle e il rischio di riduzione dei rimborsi delle accise del 15%». L’associazione di categoria chiede pertanto risposte rapide al governo nonché l’eliminazione delle accise post guerra.

Gilberto Gasparoni, segretario di Confartigianato Trasporti Marche, l’associazione che conta oltre 2.000 di aziende di trasporto e logistica operanti nella regione sulle oltre 4.000 che occupano circa 10.000 addetti ed altrettanti automezzi, denuncia la continua crescita del prezzo del gasolio che sta mettendo in ginocchio l’economia trasportistica. Non solo ma c’è il rischio, se non interviene il Ministro dei Trasporti Toninelli, che vengano attuate le decisioni del precedente Ministro Delrio che prevedono la riduzione delle accise che vengono restituite alle imprese di autotrasporto del 15%. «Quindi oltre al danno per i maggiori costi già sostenuti per il gasolio stimabili in circa 1.000€ a veicolo – spiega Gasparoni – Potrebbero andarsi ad aggiungere ulteriori aggravi di altri 1.000€ per minori rimborsi di tasse pagate nell’acquisto dei carburanti che lo stato restituisce alle imprese trimestralmente».

Confartigianato, insieme alle altre associazioni dell’UNATRAS chiede pertanto al nuovo Governo un intervento concreto e tempestivo per mantenere i rimborsi delle accise ed eliminare quelle dell’anteguerra, come esplicitato nel programma siglato da Lega e Movimento 5 Stelle.

«L’ultimo anno – afferma Elvio Marzocchi, presidente di Confartigianato di Trasporti Marche –  è caratterizzato da un rialzo del prezzo del gasolio del 17,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nella media degli ultimi 12 mesi (giugno 2017-maggio 2018) il prezzo del gasolio è di 534 euro per 1.000 litri, in salita del 9,4% rispetto ai 488 euro per 1.000 litri in media dei precedenti 12 mesi (giugno 2016-maggio 2017) ed ora cresciuto in dismisura. Guardando alla tassazione dell’energia e le accise sui carburanti in Italia persiste uno divario di pressione fiscale con l’Unione europea che nel 2018 vale 2,4 punti di PIL. Sul differenziale fiscale pesa una più elevata tassazione energetica che, secondo gli ultimi dati resi disponibili da Eurostat, in Italia vale il 2,8% del PIL, di 0,9 punti superiore alla media europea e distante dall’1,9% della Francia, dall’1,8% del Regno Unito, dall’1,5% della Germania e della Spagna. In valore assoluto il tax spread sull’energia vale 15.967 ml€ di maggiore prelievo sui contribuenti italiani».

La posta più rilevante del prelievo fiscale sulle commodities energetiche è rappresentata dalle accise sui carburanti che – secondo l’Istat – nel 2017 registrano un gettito di 26.098 ml€, con un aumento su base annua dell’1,6% a fronte della stagnazione nel biennio 2015-2016.

Nello specifico le accise sulla benzina ammontano a 728,4 euro/1000 lt e quelle sul gasolio a 617,4 euro/1000 lt;  per entrambe le due tipologie di carburanti l’Italia è al 2° posto tra i 28 Paesi dell’UE per livello assoluto delle accise. Tornando alla vertenza aperta con il Governo Confartigianato chiede che vengano ridefiniti i costi minimi di sicurezza, i tempi di pagamento certi dei servizi, le risorse per il rinnovo del parco veicoli ed una concreta attività di controllo verso i vettori stranieri che stanno facendo una concorrenza sleale ai trasportatori italiani.