FABRIANO – Botta e risposta fra Vinicio Arteconi e Gabriele Santarelli sull’azienda agraria di Fabriano.
Il capogruppo di Associazione Fabriano Progressista informa che Agricom, società partecipata di cui il Comune di Fabriano è proprietario del 100%, «si è fatta pignorare la mandria di pura razza marchigiana e sequestrare i mezzi: trattore ed erpice necessari alla lavorazione dei terreni. Il tutto per non aver rinnovato una cambiale agraria di 30mila euro da parte del liquidatore e da parte della Giunta per aver disatteso un impegno atto a rifondere la cambiale nei confronti di un Istituto di Credito».
Secca la replica del sindaco di Fabriano Santarelli. «Ignora, nonostante sia stato già detto diverse volte, che il Comune non può intervenire per rifondere un debito dell’azienda seppure si tratti di una azienda partecipata al 100%; non è una mancanza di volontà né di aver disatteso a un impegno che non poteva essere assunto perché, appunto, non è possibile farlo».
Azienda agraria, il parere di Vinicio Arteconi
La querelle è andata avanti, con Arteconi che ricorda come sia fondamentale tutelare l’azienda agraria. «Ha sempre vantato una stalla di oltre 120 capi di pura razza marchigiana, unica nella provincia di Ancona, e un patrimonio di quasi 250 ettari tra terreno coltivabile e boschi. Questo patrimonio è a nostro parere, alla base di un qualsiasi progetto di incremento dell’azienda. Quindi, perfezionamento e miglioramento delle tecniche e delle tecnologie agricole, zootecniche e casearie, sviluppo della conoscenza e della formazione dei soggetti nel settore agroalimentare del territorio, significa valorizzare il patrimonio di un bene comune. Che tradotto nella nostra realtà significa: creazione di un marchio di montagna, reintroduzione della pecora fabrianese, allevamento di maiali per l’incremento della produzione del salame Fabriano, apertura di un punto vendita dei prodotti a km 0, introduzione di nuove colture come le tartufaie e quelle arboree da frutto e officinali. Produzione di sinergie con l’Istituto Agrario di Fabriano per la ricerca e la sperimentazione. Creazione di un marchio, già sviluppato dalla Facoltà di agraria, per caratterizzare la qualità dei prodotti dell’entroterra. Arrivati a questo punto, l’unica soluzione possibile che non comprometta la vendita/svendita dell’azienda agraria è che il liquidatore procrastini ancora per un anno la gestione e poi il nuovo consiglio comunale potrà definire con più cognizione di causa il suo destino», conclude il capogruppo di Associazione Fabriano Progressista.
La risposta di Gabriele Santarelli
La risposta del primo cittadino Gabriele Santarelli non si è fatta attendere. «Arteconi raggiunge il culmine quando suggerisce al liquidatore di procrastinare di un altro anno la gestione dell’azienda come se fosse una scelta del liquidatore poterlo fare. Bene fa invece quando ricorda l’impegno e l’interesse che la giunta ha sempre dimostrato verso il destino dell’azienda perché in questi anni, mentre veniva affrontata la partita della liquidazione, non abbiamo mai smesso a produrre progettualità coinvolgendo tutte le istituzioni che potrebbero aiutarci a svilupparle. Esiste un problema che dipende da come l’azienda è stata gestita dal giorno della sua fondazione e che sta rendendo complessa la gestione in questa fase. Noi stiamo lavorando per individuare soggetti interessati all’acquisto correndo contro il tempo per evitare che l’esecuzione dei pignoramenti di alcuni beni possa compromettere l’attività dell’azienda costringendo il liquidatore a dichiararne il fallimento. Di interessati ce ne sono diversi e uno lo incontrerò la prossima settimana. Non esiste una soluzione diversa dalla vendita dell’azienda che consente al Comune di rimanere proprietario dei terreni e degli immobili. Io spero ancora di riuscire a concludere la vendita dell’azienda a qualcuno che sappia finalmente valorizzarla per le potenzialità che ha», conclude Santarelli.